Bitch Slap – Le Superdotate

Bitch Slap – Le Superdotate
Bitch Slap – Le Superdotate

Se Russ Meyer fosse ancora vivo e si professasse un estimatore di Tarantino e Rodriguez, oggi girerebbe un film come Bitch Slap - Le Superdotate. Attenzione, non è solo un fatto di tette, a studiare con attenzione il film (perché questa è roba da studiare con attenzione) tutto rimanda al cinema di Meyer: le dimensioni ok, infatti "contano"; il deserto; le donne dominatrici e calcolatrici, in tutto e per tutto superiori agli uomini, intellettualmente nel 100% dei casi, e molto spesso anche fisicamente; i riferimenti a Faster, Pussycat! Kill! Kill!; una filosofia smaccatamente exploitation, ovvero pochi elementi e sfruttati al massimo, solo che nel caso di Meyer i pochi elementi erano dovuti ad un budget minimale, nel caso di Bitch Slap si "fa il verso a", ovvero si finge di realizzare un film con poco avendo in realtà tanto in cassa, ma applicando filologicamente i principi dell'estetica meyeriana. Un esempio? I fondali fintissimi dei numerosi flashback che interrompono la trama principale; vediamo continuamente ciò che è accaduto alle protagoniste "5 notti fa", "una settimana fa", "3 notti e 27 minuti fa", ed ecco che appaiono i personaggi in primo piano mentre lo sfondo è costituito da una pacchianissima ambientazione "grafica" ricreata da un green screen, la cosa si vede lontano un miglio, ma l'effetto posticcio è voluto, poiché Bitch Slap è un fumetto e come tale vuole essere letto dallo spettatore.

La trama racconta di 3 sgnacchere con i cocomeri al posto giusto (perché la "superdotazione" non è solo un fatto di uomini), che danno la caccia ad una cascata di diamanti, nel bel mezzo del deserto. Roba di faide della malavita, ma pure fra le tre la sfiducia ed il sospetto sono massimi, ed alla fine si scopriranno molte identità segrete. Fine del romanzo russo, la sceneggiatura è un optional, anche perché i dialoghi sono scanditi a colpi di parolacce e riferimenti sessuali (....ma vah?). Jacobson si diverte parecchio con lo split screen, che splitta in 2, 3, anche 4 parti, per mostrare contemporaneamente addirittura ognuna delle 3 bitch, più cosa avviene dall'altra parte dello schermo, un virtuoso del frazionamento dell'immagine, altra eclatante eco dei fumetti. E perché nel film ci sono dei cameo di Kevin Sorbo, Lucy Lawless e Renée O'Connor? Perché Jacobson ha diretto episodi di Xena - La Principessa Guerriera (ma pure di Baywatch) e giustamente ha chiamato a raccolta un po' di amici per rendere ancora più cult il progetto. La Lawless e la O'Connor sono due suorine molto divertenti, mentre Sorbo è una specie di M versione maschile di 007, gran capoccia della Flash Fox Service (notare l'assonanza con Foxy Brown, aka Pam Grier nell'omonimo film del 1974, e notare anche il fatto che Erin Cummings è l'agente Foxy 69...chiaramente, quale altro numero altrimenti?). Ad Michael Hurst invece (noto come Iolao, l'inseparabile compagno di Hercules nel telefilm con Sorbo) è affidato un ruolo di una certa importanza nel film.

Ovviamente i cliché ci sono tutti in Bitch Slap, tette, auto rombanti, megamitra esplosivi (quello che trova Erin Cummings ricorda molto da vicino quello di Ripley in Aliens, e forse ne è una sottile citazione), allusioni sessuali a go go, doccia con cascate d'acqua su femmine sudaticce e impolverate, momenti lesbo e super combattimenti che vanno ben oltre il catfight. Qui le signore non si prendono a unghiate o per i capelli, ma si corcano di mazzate proprio come in un film di Van Damme; la coreografa degli stunts è Zoe Bell, quella dei due Kill Bill e di Xena, un donnone che ti organizza delle scene di lotta a base di arti marziali, cazzottoni, calci rotanti e atletismo olimpionico. Quelle di Bitch Slap hanno l'ardire di essere le migliori scene di combattimento femminile mai viste al cinema, e se tali non sono, si avvicinano parecchio all'obbiettivo.

Il perculamento di un film del genere è chiaro sin dall'inizio, quando i titoli di testa scorrono sui fotogrammi di film del passato più o meno recente che hanno avuto tra le protagoniste grandi donne bellicose e volitive, come a dire, questo è un film dalla parte delle donne; poi però vedi tette a tutto spiano per 100 minuti (versione extended vietata ai minori di 18 anni, altrimenti c'è quella "short" che dura qualche minuto di meno ed è vietata solo ai minori di 14), e i titoli di coda, anziché mostrarci ancora eroine e suffragette, scorrono su natiche e bikini che si dimenano durante spogliarelli porchi. Ironia a secchiate. Interessante anche il comparto extra del dvd, con interviste (tra le quali pure una alla Lawless e alla O'Connor, sempre vestite da "suore") e uno speciale sullo molestie sessuali tenuto da Kinki (personaggio minore del film, una giapponese svalvolata che ammazza a colpi di yoyo), ma non per imparare a prevenirle, semmai per imparare a farle, nel migliore dei modi, secondo le tecniche più avanzate e con soddisfazione garantita. Stupendo anche il backstage, con un tizio che a mo' di Piero Angela fa tutta una disamina intellettual-sociologica sul film, mettendo in fila una serie di antani e supercazzole micidiali, concludendo che alla fine Bitch Slap è un gran film di tette e pistole (una sorta di parodia delle critica chic applicata ad un film grezzissimo come Bitch Slap).

Le tre super maggiorate del film, a dirla tutta, non sono neanche 'sto granché, o meglio Erin Cummings lo è, delle tre è il tipo burro e margarina che a me piace molto, per altro con degli occhi da gatta che te li raccomando. Le altre due, al netto delle tette ovviamente da primato, non sono poi bellissime, ma semplicemente d'effetto. Curioso poi che non sia stata prevista una bionda, visto il ricorso agli stereotipi un tanto al chilo; Jacobson ha optato per una mora, una castana e una roscia. Colonna sonora adeguata allo scatafascio, con brani metal e anche death metal in grande evidenza (ma durante la prima sessione di botte tra la Cummings e la Olivo c'è una musichetta techno che cita platealmente "Smack My Bitch Up" dei Prodigy).

Trailer ufficiale

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