
E complimenti per una delle più grosse vaccate che mi sia mai passata sotto gli occhi in una serata di divano, ringo alla vaniglia, e dvd. Acquistato per 5 euro su una bancarella, Bad Karma non vale neanche lontanamente quella minima spesa. Il "thriller agghiacciante" (come recita il retrocopertina) narra la storia di una schizofrenica (Patsy Kensit, quella Patsy Kensit) che perseguita il suo psichiatra, tanto da fuggire dal manicomio dove è ricoverata per braccarlo, mentre lui è in vacanza con la famigliola. La fuga dal manicomio e la caccia all'uomo sono naturalmente costellate di omicidi sanguinari. Fin qui, è una specie di Attrazione Fatale mista a Cape Fear, ma a John Hough non bastava, e allora ci innesta sopra una pretestuosissima trama parallela che vede la psicopatica delirare di essere la reincarnazione dell'amante di Jack lo Squartatore. Lo psichiatra sarebbe Jack in persona, i due si amavano follemente a White Chapel nel 1888, il destino li ha separati ed oggi finalmente tutto si potrà ricomporre, salvo quella scassa della moglie che lo psichiatra si porta dietro e che, oggettivamente, è un po' di impiccio.
Il film ha tutti i difetti che vi possono venire in mente, tutti, nessuno escluso; sciatto, recitato malerrimo, poverissimo nella mise en scène, prevedibile in ogni fotogramma, tirato via e banalotto. In poche parole, anzi una sola - credetemi - fa cagarissimo. E per essere "agghiacciante" lo è, senza ombra di dubbio. Patsy Kensit peserà 20 kg a esagerare e recita come Julian Beck in Poltergeist II, ha pure la stessa mimica facciale. Terribile, è uno di quei film in cui ti chiedi costantemente: "...perché?". Si avverte chiaramente la forzatura della sceneggiatura per portare la storia dove "deve" andare. Dialoghi ed azioni sono piegati rozzamente alle esigenze del plot, in modo innaturale, non genuino, non spontaneo, quindi, in ultima analisi, non credibile. Patsy Kensit assume diverse identità per nascondersi durante la sua fuga, e ogni volta, alla bisogna, c'è una poliziotta che aspetta cortesemente di essere massacrata, tipo schema bonus, così che la Kensit possa mettersi la divisa e camuffarsi senza essere riconosciuta. Pare che la polizia degli States sia interamente fatta di donne in divisa (per altro goffamente vestite con divise di 10 taglie sopra). Gli omicidi sono girati con una cura che non vi dico, manco gli effetti speciali in passo erano così improbabili e irreali. Inspiegabilmente poi, Patsy Kensit, uno stecchino da denti che butteresti giù con un alito di vento, ha ragione di tutto e tutti, uccide chiunque, piega ogni mente al suo volere, sorprende anche agenti della polizia addestrati a fronteggiare i peggiori criminali. Impagabile quando la vediamo ricoverata al manicomio, legata mani e piedi, tanto immobilizzata da dover essere letteralmente imboccata, ma nonostante questo, è perfettamente truccata con un make up degno di una modella, bocca voluttuosa e occhi con striature da gatta seducente; per non tacere del capello biondo perfettamente in piega.
L'inizio del film è totalmente incomprensibile, i primi 10 minuti sono una specie di cortometraggio a parte (e infatti hanno un diverso cast e regista...solo che lo spettatore non lo sa, e non capisce assolutamente cosa stia accadendo quando il film prende tutta un'altra piega, le solite beghe di produzione): una scolaretta, che ha l'età (e l'aspetto evidente) di una escort, va nel bagno di un benzinaio e si cambia, passando dalle vesti di Angus Young a quelle di Nicole Minetti, il tutto mignottando allegramente e senza motivo. Il cambio d'abiti è spiato dal benzinaio ingrifato, che la stende con del cloroformio e la rapisce. Nuova scena, siamo in una camera da letto, lei è nuda, legata al baldacchino, lui la tortura con scariche elettriche per farle ricordare la "vita precedente" (sistema tipicamente usato in psichiatria per i transfert....), ecco che ci viene presentata l'ambientazione inglese del caro vecchio Jack The Ripper.....bon, fine di tutto, siamo al manicomio con Patsy Kensit e il dottore. Che c'entravano la coniglietta e il benzinaio non lo saprà mai nessuno (ma invece il qui presente vi dice che la scolaretta era in realtà Patsy Kensit recitata da un'altra attrice, ecco come avviene il risveglio del Karma). Altra gioia: il dottore sta per partire per le vacanze, e cede la gestione dei matti al suo vice, gli fa mille raccomandazioni, occhio a non far cazzate, e soprattutto, occhio a quella pazza lì (la nostra Patza Kensit), che in due secondi ti manipola il cervello e ti fa fare quello che vuole. Ma va là - fa il vice - vai tranqui in vacanza, ghe pensi mi. Bene, scena dopo, il dottorino entra in stanza dalla Kensit per somministrarle la medicina mediante iniezione, lei gliela fa appena appena annusare, lui ha un'erezione modello statua dell'Isola di Pasqua, lei lo sbrana alla Hannibal Lecter. Bon è già libera, lo psichiatra non aveva nemmeno finito il cappuccino al bar sotto al manicomio, che il suo vice era già bello che morto.
Insomma, credo di avervi dato qualche breve e fugace idea del valore supremo di questo Bad Karma, un prodotto di serie ultra Z (con tutto il rispetto per la Z), che però non fa nemmeno ridere evocando l'effetto "cult", è proprio una puttanata e basta. Super chicca finale: ultima scena, la Kensit è oramai morta, il dottore prende il suo jeeppino Suzuki e scappa con la famiglia sana e salva, monta la musica, i titoli di coda premono per abbattersi sullo schermo, ultimissima ripresa; la jeep viene idealmente verso lo spettatore e sparisce dallo schermo...e alla guida non c'è il dottore ma una controfigura che non gli assomiglia per niente e che si vede benissimo!!! Mica è una scena d'azione, il dottore doveva solo guidare.... manco aveva la patente??!