Attacco Al Potere – Olympus Has Fallen

Attacco Al Potere – Olympus Has Fallen
Attacco Al Potere – Olympus Has Fallen

Eravate in astinenza da super action americano spaccatutto con bandiera a stelle e strisce che garrisce al vento, eroe cazzutissimo che da solo sbaraglia interi eserciti, cattivoni comunisti iper tecnologizzati, e inquilini della Casabianca tutti d'un pezzo? Bene, allora correte in edicola (si dice sempre così), c'è Attacco Al Potere - Olympus Has Fallen, sciovinismo ultrasborone firmato Antoine Fuqua (ottimo regista degli ottimi Shooter e Brooklyn's Finest). Attenti perché abilmente i distributori italiani sono riusciti ad attribuire lo stesso titolo a due film; esisteva infatti già Attacco Al Potere (The Siege) con Denzel Washington e Bruce Willis del '98. Io invece parlo di quello del 2013, con lo spartano Gerard Butler, Morgan Freeman e Aaron Eckhart, rispettivamente /macchina della morte/agente eroico, portavoce del Presidente, e Presidente degli United States of America.

Chiariamoci bene sui presupposti per mettersi davanti alla tv a vedere questo film; se siete fans di Gino Strada, Nichi Vendola e frequentate abitualmente le riunioni del partito marxista leninista, è meglio che corriate al videonoleggio a prendere una roba di Lars Von Trier o di Pasolini. Vi incazzereste e basta a vedere Attacco Al Potere. C'è tutto quello che detestate, l'America buona e giusta, il resto del mondo brutto e cattivo, soprattutto i coreani del nord. Inoltre c'è molta violenza, uccisioni grezze e spietate, con revolverate a 10 cm di distanza in pieno cranio e relativa pozza di sangue. La visione è radicalmente manichea, cattivi da abbattere, buoni da difendere, zero sfumature di grigio. Butler è come lo Schwarzenegger di Commando o di Codice Magnum, tira giù tutto a martellate, non teme niente e nessuno e fa pure le battutine ironiche. Gli rovesciano contro intere divisioni armate, ma lui si toglie la polvere dalle spalle ed avanza come un berserk fino all'obbiettivo finale, spezzare le reni (e qualcos'altro) al terrorista cattivo. Nel farlo se ne strafotte anche degli ordini superiori. I militari sono ritratti, come di consueto, in modo un po' superficiale e grossolano, agiscono seguendo piani ottusi, fallimentari ed autolesionisti, mentre Butler è un segugio accorto e intuitivo, sa sempre cosa deve fare, come lo deve fare e quando lo deve fare, e lo fa bene, infatti porta a casa da solo la salvezza della nazione e del mondo intero (visto che il piano coreano era far detonare tutte le testate nucleari americane esistenti).

Si può stare una giornata a dire quanto è assurdo, iperbolico, ipertrofico, parossistico questo film, quanto sia repubblicanamente patriottico, autoreferenziale, quanto sia fuorviante per una corretta comprensione della geopolitica attuale, quanto sia indulgente verso gli Stati Uniti e quanto avrà giovato ai buoni rapporti tra yankee e Corea del Nord (immagino le scene di giubilo a Pyongyang); tuttavia è chiaro dall'inizio, fin dalla locandina, cosa si sta comprando a scatola chiusa, un nuovo Invasion USA. Inteso esclusivamente come film d'azione quindi, tutto testosterone e maschia virilità, Attacco Al Potere funziona divinamente, anzi è proprio un piccolo capolavoro nel suo genere. Te ne accorgi immediatamente, sin dalla scena dell'incidente al Presidente e a sua moglie. Mero accidente casuale, nessun attentato, eppure la tensione e la maestria con la quale sono girate quelle poche scene è eccellente. Figuriamoci cosa potrà accadere dopo, quando si entrerà nel vivo dell'azione - ti sei detto. Attori tutti in parte, compreso il super villain Kang (Rick Youne), un dispensatore di sangue e stragi che farebbe impallidire molti arcinemici di James Bond. Ovviamente tutte le scene girate alla Casabianca (e la sua quasi totale distruzione) non sono state girate alla Casabianca. Il piano terra dell'edificio è stato ricostruito, il resto è computer grafica (compreso il paesaggio circostante di Washington DC). Grandissima colonna sonora, rambesca pure quella.

Trailer ufficiale

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