L'ultimo film di Gianni De Gregorio, Astolfo (2022), comincia esattamente nel modo in cui mi sarei aspettato cominciasse un film firmato De Gregorio. Silenzio assoluto, nessuna musica, scena in esterno, lui subito in campo, la normalità della vita quotidiana, il protagonista che cammina per strada portando le buste della spesa. Quello di De Gregorio è il cinema dell'anticlimax, mite e placido come lui. In questo senso si potrebbe quasi dire che che l'autore capitolino diriga e interpreti sempre lo stesso film (e prima ancora lo scriva), ma a ben vedere ad ogni nuovo capitolo degregoriano si aggiungono nuove sfumature, nuovi versi poetici, nuovi petali a comporre il fiore. Adoro il cinema di Gianni De Gregorio e anche stavolta non mi ha deluso. Astolfo disegna una storia delicata, lieve e malinconica, che ha particolare cura e attenzione per personaggi maturi, in cerca di una collocazione all'interno di un mondo che talvolta non sembra (più) fatto per loro. In questo caso Astolfo è un professore romano in pensione che nei primi cinque minuti di film vede compiersi il suo destino, riceve lo sfratto da casa perché la figlia della proprietaria si sta per sposare e avrà dei figli. Astolfo se ne torna al paese, dove ha una vecchia proprietà fatiscente, una porzione di casa vecchia 500 anni e confinante con la curia. Il nuovo prete (Andrea Cosentino) è sfuggente e subdolo, retrattile come le sue braccia, ben attento a conservare ogni privilegio strappato anche con abusi sulla casa confinante. In questo è coadiuvato da un altro bel farabutto, il sindaco (Simone Colombari) che viaggia in Porsche e ha fatto costruire la propria villetta sui terreni di Astolfo (certificati da un vecchissimo documento pontificio). Al paese Astolfo raccoglie nella propria casa tutti i reietti della zona, un senza tetto, un anziano con precedenti penali ed un ragazzo ingenuo e di buon cuore. inoltre è tampinato da un vecchio amico d'infanzia in rovina economica e con il tarlo delle donne. E' grazie a lui che conosce Stefania (Stefania Sandrelli), una vedova che getta un fascio di luce nella vita un po' spenta e alla deriva di Astolfo.
Al di là del racconto, quello che ammalia sempre di Di Gregorio è il modo in cui narra e mette in scena, i suoi tempi narrativi, la sua semplicità (che non è banalità, bensì concretezza, naturalezza, bellezza). Non c'è una singola battuta fuori posto, un ammiccamento inutile, un'inquadratura che sia autocompiaciuta. Ogni elemento è al posto giusto, a cominciare dalla scelta del cast che accanto alla importante Sandrelli schiera comprimari forse meno glamour ma decisamente calzanti per il cinema che il regista si propone di fare. Astolfo (che l'Ariosto spediva sulla Luna) rasserena e mette pace nella coscienza, è una bella storia di buoni sentimenti e tanta umanità. Il professore subisce senza grosse capacità di ribellione, quasi una sorta di Paperino; cerca sempre una via obliqua per cavarsela e quando invece affronta di petto una situazione tendenzialmente la peggiora o si sente male. Il prossimo prova costantemente a sopraffarlo e ad approfittarsene; i figli della Sandrelli, il sindaco, il prete, ma in fondo anche l'amico Oreste (Alberto Testone) sono sospettosi e opportunisti, ma alla fine un po' a sorpresa il sole scalda i giusti e l'estate di Astolfo sembra prendere una piega positiva, senza un reale motivo, assecondando indubbiamente il desiderio recondito di ogni spettatore. Astolfo è un puro ed anche Stefania lo è. Indicativa in tal senso la battuta attraverso la quale, con molta franchezza e arrendevolezza, Astolfo considera di sentirsi troppo vecchio, inadeguato a sostenere una (nuova) storia d'amore. Il paese, che nel film non viene mai esplicitamente nominato, è un'ideale collazione tra Vasto in Abruzzo, Artena nel Lazio e Montenero di Bisaccia. Soggetto e sceneggiatura sono di Di Gregorio, anche se alla sceneggiatura collabora pure Marco Pettenello. Molto significative le musiche di Ratchev & Carratello che aggiungono qualità e profondità al racconto. Due citazioni cinefile nel film, Colazione Da Tiffany e Pane, Amore E Gelosia, due romantiche storie d'amore. Deliziosa anche la piccola ossessione per le ricette di una volta nelle quali c'è sempre la caccia alla spezia che aromatizza a dovere il piatto.