1969, ad una combriccola di sgangheratissimi americani viene in mente che il Romeo e Giulietta di Shakespeare potrebbe risultare parecchio ma parecchio più vivace e "stimolante" rispetto a certe letture paludate che ne sono state date fino ad allora. Arriva così The Secret Sex Lives Of Romeo And Juliet, tradotto da noi come Amori Proibiti Di Romeo E Giulietta (aka Le Avventure Erotiche Di Giulietta E Romeo), rivisitazione assai più "festaiola" del testo del bardo di Stratford Upon Avon, l'unico film non hard con una tetta ogni 12 secondi, o giù di lì. L'impianto del film è a metà strada tra una rappresentazione teatrale e uno show tv; all'inizio vediamo proprio il pubblico, il set è chiaramente un palco con le scenografie storiche ed alle sue spalle vediamo pareti moderne. C'è un narratore che guarda diritto in camera (al pubblico) e, dopo di lui, tutti i personaggi, anche i minori, si presentano all'audience declinando le proprie generalità, alcuni per altro già affaccendati in qualche copula o magari completamente ignudi. Il narratore è sempre fisicamente dentro la scena; terminato un dialogo tra due attori, lui è lì accanto che chiosa quanto appena accaduto ed introduce ai fatti da venire. In una scena in cui Giulietta giace nuda sul letto in attesa che la sua serva porti un messaggio a Romeo, il narratore decide addirittura di approfittare della pietanza e si getta su Giulietta.
Chiaro che il tono della farsa sia marcatamente ironico, anticonformista e disinibito. Siamo in piena sexploitation, il fatto shakespeariano è mero pretesto per spogliare quante più "cortigiane" possibile e darle in pasto a uomini vogliosi, il tutto con un tono stupidotto e ludico, ai limiti del demenziale (in una scena ad esempio occorre del fuoco per accendere una candela ed uno dei personaggi tira fuori il suo accendino in metallo), che non di rado potrebbe rimandare ai nostri decamerotici. Avete presente Zeffirelli? Ecco, qui siamo all'opposto, la dissacrazione totale e per giunta scollacciata, una roba a metà strada tra i Monty Python e Russ Meyer, con molti più punti di contatto col secondo che con i primi. Prendete la celebre scena del balcone, Romeo e Giulietta si parlano e si dichiarano eterno amore mentre l'uno, da dietro un cespuglio, sta "subendo" una fellatio da un'amante e l'altra, avvolta dai tendaggi, cela all'altezza del suo inguine un pastore tedesco piuttosto indaffarato. Sin dalle prime scene poi possiamo constatare che i due fidanzatini, il cui amore è osteggiato dalle rispettive famiglie, sono tutt'altro che due stinchi di santo; Giulietta sollazza e si fa possedere da qualsiasi uomo le capiti a tiro, e in mancanza d'altro cede a rapporti lesbo con la sua serva, mentre Romeo castiga dapprima la madre di Giulietta e poi altrettante serve quanto la sua futura sposa. Assistiamo ad orge, fratacchioni che palpano tette, gentiluomini gay, e continui amoreggiamenti di chiunque con chiunque.
Per altro, in piena "estetica" di fine Sessanta, la silhouette della femmina piacente non è quella della lisca di pesce, ma - per fortuna - quella della donna burrosa, abbondante e cicciotella. I culotti sono pieni di apprezzabilissima cellulite, i seni sono rigonfi e queste americane finto-inglesi trasudano salute, hamburger e burro di arachidi da ogni poro. Durante la maxi orgia una di loro viene addirittura cosparsa di panna spray (tipicamente in uso nel XVI° secolo). La finzione è dichiarata allo spettatore, tant'è che Giulietta fa il bagno in una vasca di plexiglass trasparente. Al termine della tragedia i due protagonisti, creduti morti (in realtà solo addormentati mediante una pozione), vengono adagiati nel feretro, mentre i rispettivi padri festeggiano al pensiero di disfarsi anche delle mogli e ricominciare finalmente ad andare a donne come un tempo; intanto nel sepolcro Romeo e Giulietta possono contiunuare a fare quello che hanno sempre fatto, stavolta indisturbati. Nel 1971 il film fu proiettato al Cinema 2000, locale in Ontario, Canada, uso ad aggirare i divieti; la polizia irruppe in sala per la troppa oscenità del film. La Ontario Censor Board sentenziò che le insistite nudità femminili (tutte rigorosamente full frontal...ma anche "full backward") dovevano essere rimosse per ricevere l'approvazione. La distribuzione fu costretta a far rispettare l'editto per poter accedere nei cinema.