Nonostante Le Apparenze... E Purché La Nazione Non Lo Sappia... All'Onorevole Piacciono Le Donne, questo per esteso il titolo originale della pellicola diretta da Lucio Fulci e scritta con Sandro Continenza e Ottavio Jemma, incastonata tra Una Lucertola Con La Pelle Di Donna e Non Si Sevizia Un Paperino, due dei film più importanti ed iconici di Fulci e soprattutto due storie completamente diverse per atmosfere e intenti del regista romano. All'Onorevole Piacciono Le Donne fu un progetto alquanto travagliato, il soggetto iniziale era una commedia maggiormente incentrata sulla denuncia politica, probabilmente dal taglio più cinico e amaro, mentre l'esito finale sarà poi una sorta di ibrido con la commedia sexy. Già la presenza di Lando Buzzanca dà un certo imprinting, venne poi scritto un ruolo appositamente per Laura Antonelli, originariamente non previsto nello script. Il film diventa così una sorta di patchwork di vari stati d'animo, tendenzialmente vige una certa cupezza di fondo (data forse anche dalla mano di Fulci oltre che dal tema), la denuncia politico sociale c'è e nemmeno tanto leggera, ma ci penseranno la commissione censura e autorità varie più o meno occulte (Democrazia Cristiana compresa) a sforbiciare il film, ostracizzandolo il più possibile, col risultato che alla fine, oltre a perlomeno cinque scene mancanti, attorno All'Onorevole Piacciono Le Donne graverà un'aria assai pesante. Nonostante scene di nudo e riferimenti al sesso (il Presidente del Consiglio dei Ministri nonché candidato alla Presidenza della Repubblica, Giacinto Puppis, è un represso al quale ad un certo punto si stappa la valvola ed inizia a toccare sederi a più non posso, fino al defloramento di un intero convento di suore) la pellicola verrà attaccata quasi essenzialmente per il suo costituire una minaccia alle istituzioni più che per la presunta immoralità erotica. Fulci fa riferimenti espliciti alla politica, all'Esercito, ai Carabinieri, alle gerarchie ecclesiastiche pontificie ed alla Mafia, tutte forze colluse vicendevolmente ed indaffarate da sempre a metterla in quel posto all'Italia.
All'Onorevole Piacciono Le Donne è una satira acidissima e grottesca, che ricorre agli strumenti della commedia sexy per far passare in modo più dissimulato il suo messaggio anti-sistema. Il mafioso complotta a tu per tu col cardinale (siculo pure lui), Esercito e Carabinieri (impersonati da alte gerarchie piuttosto stipudotte) sono la manovalanza di un colpo di Stato sempre in agguato, i politici tramano continuamente patti e accordi ben al di là del lecito e lo stesso Puppis (Buzzanca) è una marionetta creata e manipolata sin dal primo giorno dai cosiddetti Poteri Forti, perché sieda nella cabina di comando e realizzi indisturbato i loro desiderata. Un nuovo "uomo della Provvidenza" (in una scena gustosa un militare sbaglia saluto sotto l'altare della Patria e fa quello romano). La variabile imprevista è che al Puppis (ritenuto addirittura omosessuale) ad un certo punto scatta la fregola del sesso e questo diverrà il suo piede di porco verso l'emancipazione. - SPOILER: Le forze occulte dovranno quindi far fronte alla sua ribellione, riducendolo a più miti consigli. Quando Puppis vedrà tutti i suoi amici "canonizzati" (uccisi e trasformati in statue di santi) accetterà il proprio destino, ma rimarrà ancora un ostacolo da eliminare, il suo antagonista alla corsa al Quirinale, il senatore Torsello (Feodor Chaliapin Jr.), il cui aereo salterà per aria durante un volo, secondo la più classica tradizione italiana. Divenuto Presidente, Puppis terrà il suo primo discorso televisivo alla nazione, mentre la nazione dimostrerà di preferirgli calcio e quiz televisivi (anche questo era stato ampiamente profetizzato in precedenza).
L'Italia e gli italiani non escono benissimo da questa vicenda nel quale il più pulito ha la rogna. Il potere è corrotto e malsano a tutti i livelli, perfino le sante suorine una volta provata l'ebrezza della carne faranno di tutto per ottenerne ancora ed ancora. A tal proposito, la Antonelli si trovò malissimo sul set; il rapporto con Fulci fu pessimo e questo sostanzialmente perché la Antonelli non intendeva spogliarsi mentre Fulci l'aveva presa praticamente per quello (anche contando che ne Le Malizie Di Venere - il film che aveva convinto Fulci a proporre il suo nome - la Antonelli si era concessa eccome). Il regista riuscirà comunque a strapparle dei topless ma i due arrivarono a non rivolgersi la parola sul set. Ci pensò Anita Strindberg a dar manforte alla componente erotica, spogliandosi molto. Il ruolo del cardinale Maravidi era stato proposto a Gassmann il quale lo rifiutò per eccesso di volgarità (fisima che evidentemente non si pose Lionel Stander, doppiato con pesante cadenza siculo-mafiosa da Corrado Gaipa). Dal '70 al '72 il Presidente del Consiglio fu il democristiano e padre costituente Emilio Colombo, la cui somiglianza con Buzzanca nel film è notevole. Fulci la cercò espressamente (anche se pubblicamente non volle ammetterlo); era lui il politico al quale Puppis era ispirato; nel 2003 Colombo fu coinvolto in un'inchiesta riguardante cocaina e prostituzione, e come Puppis era in odore di omosessualità.
Fulci dichiarò di essere stato persino spiato e pedinato a causa del film, con tanto di misteriosi operai dell'allora Sip che gli avrebbero messo delle cimici nell'apparecchio di casa. Accusò l'Associazione Nazionale Autori Cinematografici di non aver difeso il film e per tutta risposta si disse che l'Associazione non avrebbe potuto in alcun modo, data la portata anarchica del film. Il film venne rieditato con il titolo accorciato (così come il metraggio della pellicola, si calcola che circa 800 metri vennero espunti) tuttavia l'incasso fu notevole, in Italia come all'estero, pur rimanendo uno dei film maledetti della Produzione italiana dell'epoca (cosa che spesso capitava a Fulci). La critica dell'epoca non fu tenera, il film aveva solo difetti indifendibili, denunciava ciò che non doveva essere denunciato, lo faceva mal(celandosi) sotto il velo della commedia sexy, aveva Buzzanca come protagonista (osannato dal pubblico ma massacrato dai recensori paludati) e - per antitesi - per qualcuno spingeva invece troppo poco sul versante sexy per essere accettata nel novero delle commediacce scollacciate tout court (anche se la parentesi onirica di Buzzanca è qualcosa di veramente visionario). Rivisto mezzo secolo dopo, il film si conferma un manifesto abbastanza attendibile del quadro socio-politico italiano dell'epoca.... ma non solo), anche se come opera in sé mantiene una certa spigolosità, si barcamena con equilibrio precario sul filone della denuncia da un lato e quello sexy dall'altro, vede in Buzzanca un attore tutto sommato fuori ruolo, e fa respirare un'atmosfera morbosa, malsana e appiccicosa di fondo, che si mescola ai momenti comici corrodendoli.