Ridley Scott si riappropria della sua creatura, come a suo tempo fece Wes Craven, il quale dopo -mila sequel del primo A Nightmare On Elm Street girò il Nuovo Incubo (surclassando per altro gli stanchi seguiti del primo fulminante capitolo di quella saga). Scott in realtà lo aveva già fatto con Prometheus; in ponte c'è una nuova trilogia che riallaccia le fila del discorso interrotto su Alien, prefigurando però come tutto ebbe inizio e non come tutto proseguì dopo La Clonazione franzosa del '97. Il su menzionato Prometheus è stato accolto maluccio, o perlomeno ha nettamente diviso spettatori e critica, chi lo ha gradito molto molto, chi lo ha denigrato molto molto. La principale accusa mossa a Scott illo tempore fu quella di aver troppo sofizzato, di aver mirato alto, impartendo lezioni di metafisica e filosofia che annacquavano il portato di violenza action/horror del franchise. Io il film lo avevo apprezzato tantissimo (potete trovare la relativa recensione sul blog) ed anche per questo Covenant mi ha lasciato più tiepido.
Scott - da sempre piuttosto sensibile al botteghino - sembra aver tenuto decisamente in considerazione le critiche mossegli per l'episodio precedente, tanto da aver conformato il nuovo film alle richieste dei fan. Covenant a tratti si configura come vero e proprio fan-service e, dopo le vette "intellettuali" di Prometheus, onestamente non me lo sarei aspettato. Visivamente entrambi i film tengono, Scott è un mezzo genio con la MdP, scenari, paesaggi, costruzione delle scene e dei fotogrammi sono impeccabili. Anche il suo peggior film in carriera merita di essere visto per come è girato e per la bellezza della regia. Altro aspetto decisamente positivo è la creatura, il nostro amico Alien, i cui movimenti sono resi magnificamente. Spaventa fare il raffronto con il mostro gigeriano visto negli scorsi decenni, tecnologicamente siamo anni luce avanti. Inoltre Scott preserva ed amplifica la natura animale e predatrice di Alien. Lo xenomorfo è una bestia totalmente ingestibile, inafferrabile, freneticamente ipercinetica. Ho seriamente temuto una deriva marvelliana, ma fortunatamente non si è concretizzata. Tuttavia il mefitico momento "arti marziali" arriva...abbiate fiducia.
Tra gli aspetti da pollice verso del film c'è sicuramente la musica, che soprattutto nella prima parte, quella più esplorativa e di costruzione, mi è sembrata totalmente sballata. Troppo presente (nelle remote profondità siderali dello spazio, quello stesso spazio silenziosamente disturbante di Kubrick, pare ci sia un concertino continuo) e dagli accenti assurdamente fiabeschi. Pare di star vedendo i Goonies o qualche produzione spielberghiana anziché un nuovo angosciante capitolo di Alien. Esattamente come per Prometheus, anche qui lo xenomorfo è oramai un orpello semi decorativo, un personaggio secondario a latere. Più che di alieni qui si parli oramai incessantemente di droidi. Il prossimo film potrebbe direttamente intitolarsi Alien: Fassbender, sarebbe semanticamente più corretto. L'attorone crucco/irlandese imperversa uno, trino e ovunque, lo vediamo baciare se stesso, combattere contro se stesso, occupare ogni frame, senza soluzione di continuità. E' l'alfa e l'omega della storia nonché, a questo punto, dell'intera saga.
Il momento "Jackie Chan" arriva quando Fassbender droide combatte contro Fassbender droide; se ne poteva fare a meno. Ma si poteva fare a meno di una manciata di scene decisamente scadenti che Scott infila nel film, delle cadute di stile che Striptease e Soldato Jane al confronto erano pellicole d'avanguardia sperimentale. - SPOILER: ad esempio la scena hot nella doccia con agguato alieno, una roba veramente (in)degna del più grezzo Freddy Krueger, oppure quella di Fassbender mastro burattinaio che fa alzare le braccine al neonato Alien, il quale lo idolatra come si fa col divin creatore (qui pareva di essere in Spaceballs di Mel Brooks, mancavano il bastone ed il cilindro).
L'aver voluto necessariamente svelare i perché ed i percome dell'origine della saga di Alien ha tolto del mistero. A me francamente non è piaciuto. Mi è sembrata una banalizzazione di qualcosa che poteva e doveva mantenere più ambiguità, più enigmaticità. Ok lambire la genesi, ma non gettarla in pasto al pubblico così. Anche i velatissimi riferimenti al nazismo (-issimi proprio... mancavano l'effige di Mengele e la svastica tatuati sul braccio di Fassbender) sono facilonerie a buon mercato. In conclusione, Covenant ha i suoi pregi (perlopiù formali) ed i suoi difetti (perlopiù sostanziali), almeno per quanto riguarda il mio gusto. Rimane comunque un film da vedere, anche se mi ha lasciato in eredità qualche ansia sul prossimo (conclusivo?) capitolo della "prequelogia".