Alien³ è tra i capitoli più controversi della saga che ad oggi comprende quattro titoli oltre a due prequel, ed è imminente il nuovo Romulus, atteso con egual entusiasmo ed ansia dagli estimatori del franchise inaugurato da Ridley Scott con la benedizione del "papà" degli xenomorfi, Hans Ruedi Giger. Io lo vidi al cinema e lì per lì mi fece una buona impressione. In particolare mi colpì molto il coraggioso rovesciamento di fronte rispetto al precedente Aliens di Cameron; se nel secondo episodio ultra militare c'era un tripudio di armi, proiettili e marines, tanto da aver trasformato Alien in un film d'azione anziché in un horror fantascientifico, il film di Fincher (anche e soprattutto su pressioni di Sigourney Weaver, da sempre contraria alle armi) depurava la storia di ogni possibile arma da fuoco. Se prima l'uomo era al suo massimo livello bellico-tecnologico e la creatura era una bestia primordiale, ora le parti si invertivano, gli xenomorfi diventano un'arma batteriologica evolutissima e l'uomo ritornava all'età delle caverne, armato solo di se stesso e del proprio ingegno per tener testa e possibilmente sfuggire all'alieno (perché di batterlo proprio non se ne parla, i rapporti di forza erano e rimanevano drammaticamente sbilanciati). Il tenente Ripley così si ritrova in una colonia penale in un pianeta alla periferia dell'universo, espulsa dalla Sulaco con una navetta di salvataggio per motivi da appurare. Unica superstite, Hicke e Newt sono morti, Bishop disintegrato. La colonia conta 25 tipi umani di sesso maschile di tutto rispetto, assassini, ladri e stupratori, la feccia del cosmo, e l'arrivo di una donna crea un certo scompiglio. Ovviamente quel che accadrà è che - secondo il postulato che dove c'è Ripley c'è l'alieno - in breve il carcere-miniera diventerà la tana di uno xenomorfo intenzionato a sterminare la popolazione umana, come sempre. - SPOILER: con un'unica eccezione, Ripley che a sua insaputa ospita nel proprio corpo la futura regina. Sarà l'asso nella manica delle vittime predestinate, le quali useranno Ripley come esca per condurre l'alieno nell'unico luogo dove avrebbero potuto ucciderlo, un'immensa fornace di piombo fuso. Infine Ripley deciderà di sacrificarsi per evitare che la regina venga al mondo popolandolo di migliaia di uova.
La pellicola è probabilmente la più travagliata di tutte a livello produttivo. Vennero scritte ben 6 sceneggiature, ci fu un'autentica guerra fratricida ed inconsapevole di scrittori, con licenziamenti e musi lunghi, fino a che alla fine si optò per una sintesi di tutto il materiale scritto, piluccando qua e là idee ed arrivando ad un copione unico a mo' di patchwork. Come regista fu chiamato un esordiente, di lusso ma sempre esordiente, David Fincher, sin lì autore di pluripremiati videoclip di Madonna. Una scelta che arrivò dopo aver offerto la poltrona a Ridley Scott (inizialmente interessato ma poi intrappolato nei suoi schedules lavorativi) e Renny Harlin (pure lui esordiente). La Weaver non aveva più voglia di vestire i panni di Ripley e pose come condizione ineludibile che alla fine del film Ripley morisse (come è noto, ne girerà un quarto). Si perse molto tempo durante la pre-produzione e Fincher contava di avere perlomeno un tempo congruo per girare il film, chiese un certo numero di settimane e gliene furono accordate meno. Alla fin della fiera, se si pensa a cosa è venuto fuori da tanta incertezza ed approssimazione, Alien³ si rivela un mezzo miracolo. Il cast fatto di nomi di secondo piano è solidissimo e super performante, la visione estremamente personale di Fincher è da regista navigato. L'idea di spostare le riprese perlopiù dal basso verso l'alto è sua, in funzione di creare un clima ansiogeno nello spettatore e soprattutto di suggerire sempre lo sguardo dell'alieno. Inaugura anche il punto di vista dello xenomorfo grazie ad una steadycam lanciata a tutta velocità nei cunicoli della fornace. Forse l'immagine più iconica di tutta la saga di Alien appartiene proprio ad un fotogramma di Fincher, quello nel quale la bocca sbavante dell'alieno si spalanca a pochi cm dalla faccia terrorizzata di Ripley. Ed è curioso pensare che inizialmente la produzione vietò a Fincher di girare quella scena, che oggi possiamo vedere solo grazie alla sua disubbidienza. La testa rasata della Weaver è entrata nell'immaginario collettivo, contribuendo a rafforzare la sua etichetta di regina al femminile dei film d'azione. La Weaver per altro pose l'ulteriore condizione che si sarebbe rasata una sola volta e che se le fosse stato chiesto di farlo una seconda volta per esigenze di scena questo avrebbe chiesto un surplus del suo cachet. Puntualmente accadde ma Fincher fece fare una sorta di toupet che riproducesse la calvizie.
Col senno di poi tutti hanno descritto David Fincher come un regista che già al proprio esordio sapeva il fatto suo, una saldissima colonna a cui tutti si sono appoggiati per avere sicurezza. Dal canto suo il regista del Colorado ha dichiarato di odiare più di chiunque altro il terzo capitolo di Alien, per quanto dovette penare a realizzarlo, e per quanto rischiò di distruggere la sua carriera appena cominciata. Senza contare che la prima versione durava all'incirca 3 ore e la Twentieth Century Fox la portò addirittura sotto le 2 ore, stravolgendo parecchio del concept di Fincher. Solo nel 2003 è stata distribuita una nuova versione di 144 minuti che non si può definire una "director's cut" perché di fatto non è stata formalmente licenziata da Fincher, ma che perlomeno si avvicina all'idea originaria del regista e rende giustizia al film con maggior completezza e dovizia di dettagli, compreso un generoso e ricco incipit. Nonostante la candidatura agli Oscar 1993 per i migliori effetti speciali, il reparto nel quale il film è decisamente invecchiato peggio degli altri è proprio negli effetti speciali, oggi vistosamente fuori tempo e a tratti poco credibili, con evidenti sovrapposizioni di immagini.