Agents Secrets

Agents Secrets
Agents Secrets

Tra i molteplici film girati da Monica Bellucci assieme al marito (oramai ex) Vincent Cassel c'è anche questo Agents Secrets, coproduzione franco-italo-spagnola firmata Frédéric Schoendoerffer, regista non proprio di primissimo piano (perlomeno fuori patria) e noto perlopiù per un altro film, Switch col calciatore Eric Cantona (quello del calcio volante al tifoso del Crystal Palace durante una partita di Premier League). All'epoca, nonostante il glamour che la coppia di protagonisti poteva scatenare il film passò abbastanza in sordina, complici una serie di recensioni negative, un titolo ostico da pronunciare che curiosamente non venne stravolto da  distributori italiani e chissà quale altro aspetto astrologico contingente. Va detto che la sottrazione del glamour è tuttavia la cifra più adeguata a descrivere le atmosfere di questa pellicola. Nonostante ci si aspetti una storia di spie, per giunta assai avvenenti come i coniugi Cassel/Bellucci, la scelta di Schoendoerffer va esattamente nella direzione opposta concretezza, sobrietà, persino banalità della quotidianità.

Quello che viene mostrato ha si a che fare con lo spionaggio e con tutti i rischi annessi e connessi ad una professione così particolare e borderline, tuttavia la sceneggiatura decide di concentrarsi soprattutto sul non detto; la routine, la burocrazia, gli aspetti propedeutici e preparatori di una missione, le attese, i contrasti con i superiori, le scomodità e gli insuccessi di una missione. Niente Vodka Martini "agitato ma non mescolato", niente Aston Martin infarcita di congegni tecnologici, niente maschere di lattice, niente hotel resort di lusso, piscine e bikini generosi, niente villains esotici con gatti d'angora, niente jet pack volanti, niente abiti firmati o ombrelli lanciamissili; gli agenti segreti di stampo francese sono ritratti come uomini e donne che attendono e si annoiano, hanno difficoltà di sonno, frigoriferi costantemente vuoti e non vedono l'ora di smettere con una professione sfiancante (che ha il solo vantaggio di evitar loro un'esistenza ancora più grigia, anonima e penosa). Quando va male ci rimettono la pelle, quando va bene la riportano a casa, e prendono un nuovo aereo dopo appena una settimana di relax, destinazione un nuovo rognosissimo posto da qualche parte nel mondo tumultuoso e pieno di spine.

Nel caso di specie, dopo una missione tutto sommato finita bene, abbiamo l'agente Bellucci che viene sorprendentemente trattenuta alla dogana dell'aeroporto con 150 grammi di eroina in valigia. Tradotta in carcere, in attesa di un processo, le viene chiesto di eliminare una detenuta scomoda per i Servizi francesi. Niente accade per caso e dunque la Bellucci realizza di essere stata incastrata per adempiere a questo ulteriore compito. Il metodo è meschino e vigliacco, ciò nonostante alternative non ce ne sono, perché le ritorsioni alla sua disubbidienza sarebbero di gran lunga peggiori. Il collega Cassel la prende a cuore e cerca di aiutarla ma questo risulta assai sgradito ai capi.
- SPOILER:
mentre ce la mette tutta per cavare d'impiccio la bella Monica, lei è costretta ad adempiere a quanto le viene richiesto e ciò accade proprio quando la vittima ha appena saputo della morte del figlio. La Bellucci non si ferma davanti a niente e avvelena la donna comunque. Liberata dal carcere, dichiara a Cassel di sentirsi "vuota, completamente vuota" per ciò che ha fatto. Niente eroismi dunque, niente trionfi, glorie, finali muscolari o adrenalinici, la Bellucci compie il suo dovere moralmente riprovevole, egoisticamente sceglie se stessa. Cassel non ha saputo evitarlo, ha rischiato del suo e può solo farsi trovare fuori dal carcere per accogliere l'amica e collega. Due sconfitti, in un sistema che schiaccia qualsiasi ostacolo gli si pari davanti.

Questo aspetto affatto conciliante di Agents Secrets mi è piaciuto, l'ho trovato originale, ma è anche l'equivoco di fondo del film, probabilmente non granché compreso da chi si aspettava il James Bond della situazione. Una prima metà di pellicola con qualche momento d'azione che lascia il posto da un secondo tempo decisamente più riflessivo e statico, come era naturale che fosse, data l'impostazione di fondo. Pur avendo a disposizione la bellezza irresistibile di Monica Bellucci (ed il fascino non da meno di Cassel), Schoendoerffer sceglie consapevolmente di mostrarla sempre dimessa, pensierosa, truccata il minimo indispensabile. Niente scollature provocanti, niente abiti vertiginosi, niente tacchi, niente scene di sesso, appena una nudità dovuta alla (squallida) visita d'ingresso in carcere. Non c'è il minimo ammiccamento in Agents Secrets, è tutta prosa a sfavore della poesia. E questa è una scelta registica precisa, un registro di racconto cercato e perseguito. Può naturalmente non piacere o non convincere ma va compreso.

Per il finale forse mi sarei comunque aspettato qualcosa di meno dimesso, non mi riferisco tanto all'azione quanto proprio ai fatti, agli accadimenti, ma Schoendoerffer opta per uno svuotamento totale del film, un abbattimento emotivo che tutto raffredda, placa e smorza, perché non rimanga alcunché, esattamente come lo stato d'animo della detenuta Bellucci, rilasciata per intercessione del Governo francese dopo che un omicidio prettamente politico è stato compiuto con freddo calcolo e rassegnazione. Agents Secrets è un film meno immediato e facile di quel che si pensi, nonostante i nomi estremamente "popolari" in cartellone ed una materia solitamente pirotecnica e di grande ritmo.

Trailer ufficiale

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