Agente 007 – Missione Goldfinger

Agente 007 – Missione Goldfinger
Agente 007 – Missione Goldfinger

Terzo film del franchise, ultimo con la collaborazione di Ian Fleming, che morì poco prima dell'uscita in sala e non poté assistere al prodotto finito. Primo film invece a non prevedere Terence Young in cabina di regia, sostituito da Guy Hamilton (Young tornerà l'anno dopo in Thunderball, al solito preannunciato nei titoli di coda di Goldfinger). Il budget cresce e pure gli incassi si moltiplicano a dismisura. Arriva il primo Oscar (per i migliori effetti sonori). Sean Connery naturalmente è la colonna portante intoccabile, mentre attorno a lui ruota un incessante esercito di donnine, cattivi e attendenti dei cattivi. Poi c'è un esercito vero e proprio stavolta, anzi due, quello degli Stati Uniti d'America e quello dei cinesi al servizio del villain interpretato da Gert Fröbe. Il "pericolo giallo" tiene banco, sono anni nei quali al cinema (soprattutto versante zio Sam) siamo terrorizzati dall'invasione degli occhi a mandorla, temibili formichine in grado di masticare e disintegrare tutto.

Golfinger è uno degli 007 più amati e celebrati, certamente tra i più iconici, anche per via di alcune brillantissime trovate visive (su tutte la povera Shirley Eaton interamente dipinta d'oro, divenuta un vero e proprio simbolo della serie, finita illo tempore sulle riviste da salotto e definita l'immagine più erotica del decennio"). un misto di glamour e sensualità che colpì molto l'immaginario collettivo. Il film trabocca di tutti i cliché tipici di Bond, la sequenza gun barrel, i titoli di testa iper creativi (sempre sullo sfondo di corpi di donne seminude), la theme song stavolta affidata a Shirley Bassey (a mio parere forse la più bella di sempre), il machismo di James, Miss Moneypenny, i gadget tecnologici, la macchina avveniristica (non più la Bentley, subentra la Aston Martin), i cocktail, gli smoking, l'infinita serie di conquiste amorose, il super cattivo genialoide e armato di armi indicibili, l'aiutante "mostro" (stavolta un coreano muto di 130 kg, con la bombetta munita di lama rotante - trattasi dell'ex wrestler Harold Sakata), l'umorismo misto all'azione, il finale nelle braccia di una donna. Goldfinger santifica ed eleva a potenza tutto l'immaginario bondiano, e si eterna come una delle pellicole preferite dai cultori della serie. Il ritmo dell'azione si fa sempre più vorticoso e anche quella minima staticità che ancora permaneva nei film precedenti qui viene spazzata via, complice anche il succedersi di bellissime location e scenari sempre diversi ed intriganti (tanto al chiuso quanto all'aperto).

A mio gusto invece Goldfinger non è uno dei Bond-movie invecchiato meglio, anzi. Particolarmente anacronistico ed irritante in questo film il rapporto di James con le donne. Pacche sul sedere a giovani massaggiatrici bionde e procaci, con la preghiera di farsi da parte quando cominciano "i giochi dei grandi"; donne conquistate con il semplice sguardo, un'annusata, quasi uno schioccare di dita che basta ed avanza ad avere il consenso di apporre le proprie labbra sulle altrui; fino all'affare Pussy Galore, che nel libro di Fleming è dichiaratamente una lesbica convertita da Bond. Secondo Fleming infatti l'omosessualità era una malattia e Bond diventa la medicina. Pussy è lesbica solo perché non ha ancora trovato l'uomo come si deve che le faccia cambiare sponda. Nel film questo processo è più edulcorato ma neanche tanto. La Galore (una meravigliosa Honor Blackman) dice esplicitamente a Bond di "non essere interessata" al suo fascino, ma poi lui la sbatacchia un po' di qua e un po' di là, e alla fine, non senza violenza, la riporta sulla corretta via. Tutto normale per un film di James Bond del 1964, oggi solleverebbe qualche perplessità. Non solo le donne sono meri oggetti sessuali ma Bond assume pure poteri taumaturgici. Quello della Galore è un bel personaggio (fino alla Bellucci di Spectre detenne il record di Bond girl anagraficamente più "matura"), la Blackman è stupenda, però tutto viene cannibalizzato da Bond, piallato in nome dell'infallibilità del seduttore al servizio di Sua Maestà. Al netto di questa diversa sensibilità sui rapporti uomo-donna, il film è divertente, pieno di azione, inseguimenti, colluttazioni ed esplosioni, e qualche buona battuta di James.

Trailer ufficiale

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