Aeon Flux era un film che sulla carta pareva dovesse scoperchiare i cinema in due, stabilire un nuovo inizio della fantascienza, fissare canoni imprescindibili e indicare la nuova via da seguire in materia "roba futuribile", ma che poi invece si è tradotto più prosaicamente in un flop abbastanza spernacchiato. In fase di lavorazione sceneggiatori e regista erano consapevoli di star lavorando - a loro dire - a "qualcosa di completamente diverso", una produzione che sembrava assomigliare a un esito molto sperimentale. Ed in effetti Karyn Kusama (che fino ad allora aveva diretto solo il pugilistico Girlfight con Michelle Rodriguez) imprime alla pellicola un sapore peculiare e a suo modo originale, ancorché derivante dalla serie animata omonima andata in onda su MTV negli anni '90. E' dal lavoro di Peter Chung infatti che il film trae la sua forza visiva e concettuale, anche se naturalmente rispetto al cartone animato il film cerca di vivere di vita propria. I cartoni di Aeon Flux (da cui vengono tratti anche i relativi fumetti) sono dei cortometraggi. Al termine di ognuno di essi la protagonista muore; l'impresa più ardua per la Kusama era riuscire a restituire un corpus abbastanza omogeneo per gli standard hollywoodiani, ma al contempo non tradire lo spirito eccentrico ed incoercibile dei cartoni. Tuttavia delle differenze marchiane saltano all'occhio, come la moralità assai meno sfumata e ambigua della protagonista. Gli eroi e gli antieroi si fanno più manichei, e c'è pure la storia d'amore a tessere zucchero filato.
L'umanità ha rischiato l'estinzione per causa virali, una patologia ha decimato il mondo. Uno scenziato mette appunto l'antidoto contro il morbo. I sopravvissuti si costituiscono in una sorta di regno, protetto dal contaminato ambiente esterno mediante mura e calotte, riducendosi ad un'isola di sopravvissuti mentre tutto intorno la Natura si riappropria selvaggiamente delle terre che la civiltà le ha sottratto. La stirpe dei Goodchild, discendenti dello scienziato salvifico, amministrano da 400 anni Bregna, il nuovo eden, anche se il confine tra mondo utopico e gabbia dorata si è sempre più assottigliato, a tal punto che dei gruppi ribelli (i Monicans) cercano di sovvertire l'ordine costituito, saldamente in mano ai Goodchild. Tra questi vi è Aeon Flux, motivata dal senso di vendetta per aver perduto la sorella, uccisa dagli emissari dei Goodchild, che la ritenevano (erroneamente) una spia. - SPOILER: Quando Aeon Flux penetrerà nella fortezza Goodchild, nel tentativo di uccidere Trevor Goodchild, scoprirà una realtà diversa da ciò in cui ha sempre creduto.
La pellicola non spiega. Non rientra in quella tipologia di storia dove, in modo didascalico e divulgativo, ci sono continui spiegoni al pubblico, per paura che qualcuno possa non capire attimo per attimo cosa sta accadendo. In più aggiungeteci che è un film compiaciutamente concettuale. Anche da un punto di vista scenografico ed architettonico la Kusama è andata alla ricerca di immagini, strutture, ambienti e paesaggi che diversificassero Aeon Flux dalla media degli altri film di fantascienza. Non un un futuro plasticamente distopico, opprimente, buio ed iper tecnologico quello rappresentato, ma anzi una sorta di mondo delle meraviglie, strettamente connesso con la natura (le armi ad esempio non sono congegni robotici o elettronici ma naturali, botanici), immerso nella vegetazione, molto solare, illuminato da luci cristalline. La gente perlopiù è convinta di vivere nel migliore dei mondi possibili. Le architetture sono grandiose, i vestiti sono eleganti, i gesti rarefatti. Anche se naturalmente, come Aeon Flux dimostrerà, sotto il tappeto è ammonticchiato un bel po' di sporco. Allo spettatore del film non deve interessare tanto come succedono le cose (di effetti speciali ce ne sono a bizzeffe ma sempre in modalità "prendi e porta a casa", ai limiti del miracolistico, non c'è l'ansia di spiegare tutta la procedura scientifica per cui accade la tal cosa e con quale sequenza), ma perché succedono e dove portano. In tal senso si è immersi nell'universo di Aeon Flux come fosse la realtà che ci circonda, e della quale possiamo e dobbiamo prendere atto senza star troppo a riflettere sui singoli meccanismo che la regolano. Come essere messi su un'auto sportiva nel circuito di Indianapolis a 200 all'ora, non ti chiedi quale sia la meccanica del motore, cerchi di portare il culo al traguardo e stop.
La parte action ha il suo peso nello svolgimento della trama. I combattimenti, le fughe, le incursioni e gli inseguimenti sono vere e proprie coreografie, peraltro inversamente proporzionali alle leggi della fisica. Il design di ogni cosa è manierista e maniacalmente estetizzante. I personaggi si muovo all'interno di una sorta di museo di art design permanente; si colgono sottotracce new age, le tutine sono attillate, i costumi molto fashion, la musica si prende il suo spazio e contribuisce all'adrenalina. C'è una discreta componente di sensualità nei fotogrammi, derivante innanzitutto dall'aver scelto Charlize Theron come protagonista, in secunids dalle mise che l'attrice esibisce. A cominciare dalla sua divisa nera d'ordinanza, per non parlare del look da vera mistress fetish che mette in mostra nella scena della scalinata quasi all'inizio, o al suo "vestito da notte", consistente in due fasce di tessuto che scendono lungo il suo corpo e che a malapena le coprono il seno. Aeon Flux gioca molto sul senso di meraviglia e sulla imprevedibilità di ciò che accadrà nei fotogrammi a seguire. In effetti, come mondo è immaginato in modo alternativo e originale, tale da renderlo realmente diverso da molte altre produzioni di ambito sci-fi.
Il set di Bregna sarebbe dovuto essere Brasilia, per la concezione architettonica di stampo "utopistico" della città. Come Bregna, Brasilia venne fatta costruire dal governo dal nulla, nel bel mezzo della giungla, per dare alla nazione una capitale. Ma poi si optò per Berlino, comunque una città con buoni spunti architettonici ed una filosofia affine a quella di Bregna, un mondo diviso a metà e separato da mura. Nuovamente Michelle Rodriguez venne considerata per il ruolo di Aeon Flux, ma poi per fortuna il personaggio venne affidato alla Theron, perfetta per la parte, oltre che di una bellezza gloriosa. Durante la lavorazione, a causa degli azzardatissimi stunts, finì pure all'ospedale ed il film venne interrotto per diverse settimane in attesa del suo recupero. Chung collaborò alle riprese, dando il suo apporto creativo e presenziando durante i ciak. A film concluso però si disse insoddisfatto del risultato, ritenendo che la versione filmica della sua creazione fosse sin troppo edulcorata rispetto all'originale; c'era da pagare lo scotto di portare alle masse un esperimento complesso, trasgressivo e sottile come Aeon Flux. Al contempo gli sceneggiatori dissero che la Paramount tagliò via circa 30 minuti di girato, rimontando il film poco prima della sua uscita. Il classico accrocchio di cui tutti si vantano (prima) ma di cui poi nessuno è padre (dopo). Personalmente l'ho trovato un film comunque gradevole, con una sua personalità (anche se delle inevitabili scorie di Matrix circolano in tutta la fantascienza, Aeon Flux compreso, dal '99 in poi), delle belle scende d'azione, una discreta fotografia, aiutata da scenari suggestivi, ed una protagonista che non si discute. E poi ci sono i pomeriggi trascorsi a giocare al relativo videogame, una vita fa.