Violet Lucille Fletcher era una giallista americana, autrice ed ispiratrice di diverse sceneggiature televisive e cinematografiche (il celebre Il Terrore Corre Sul Filo ad esempio è opera sua). Da una pièce teatrale è tratto questo thriller con Elizabeth Taylor a firma Brian G. Hutton, che appena l'anno prima aveva già diretto Liz nel grazioso X Y e Zi (e nel 1968 si era occupato di Richard Burton nell'avventuroso Dove Osano Le Aquile). La mano di Hutton è abbastanza riconoscibile perché il regista newyorkese ha sempre avuto un gran garbo nel dirigere la Taylor, che all'epoca aveva oltre 40 pellicole alle spalle ed appena una manciata ancora davanti a sé, era insomma un'attrice, una donna ed una diva consumata, per non dire avviata sul viale del tramonto (artistico) ed era altresì nota per vizi, capricci, intemperanze e caratteraccio. Hutton la sa domare e mettere a fuoco in modo estremamente funzionale nelle pellicole che dirige e che in qualche modo sono cucite su misura per lei. Ad Un'Ora Della Notte (Night Watch in originale) il ruolo di Ellen Wheeler ha abbastanza di autobiografico, molti punti in comune con Elizabeth sui quali l'attrice può lavorare per elaborare il personaggio e renderlo enormemente credibile e realistico. Si tratta di una moglie sposata ad un consulente finanziario, dalla agiata posizione economica, annoiata e imprigionata in un ménage matrimoniale oramai totalmente svuotato e avvizzito. Trascorre la maggior parte del tempo in casa, facendo puzzle e occupandosi di piante e fiori, nottetempo è insonne, ascolta musica, beve, fuma e osserva dalla finestra. E' in una di queste occasioni che vede un cadavere adagiato su una poltrona nella casa di fronte. I proprietari sono in viaggio in Africa, dunque a chi appartiene quel corpo lordo di sangue? Dopo quella prima visione Ellen pensa di vedere pure un secondo morto, stavolta è una donna, sgozzata pure lei. La Polizia non trova riscontri, la casa è deserta, ed il marito di Ellen, John (Laurence Harvey), si convince sempre più che la donna sia in preda ad un fortissimo esaurimento nervoso, la cui origine sarebbe la perdita del primo marito Carl, in un incidente d'auto (mentre l'uomo amoreggiava in auto con un'amante).
La storia inizia molto lentamente, presentando la cornice di ambiente ed i personaggi; poi dopo circa una ventina di minuti il ritmo comincia a salire, naturalmente in concomitanza con il primo avvistamento del cadavere. Da lì in poi ha inizio una raffinatissima partita di scacchi. Lo spettatore deve decidere a chi credere, alle visioni di Ellen (che pure cammina visibilmente borderline con la follia), a John, che cerca in ogni modo di contenerla, anche ricorrendo all'uso continuo di farmaci e all'intervento di un vecchio amico medico (che prescrive a Ellen un periodo in clinica), a Sarah (Billie Whitelaw), una amica d'infanzia che sta trascorrendo un periodo di vacanza ospite di Ellen e John, la cui principale occupazione è coltivare una relazione adulterina con un uomo dalla identità misteriosa, o all'ispettore di Polizia Walker (Bill Dean), assolutamente convinto che la Wheeler sia una pazza frustrata? La presenza inquietante del primo marito di Ellen si farà sempre più ingombrante, giocando un ruolo nelle visioni della donna, mentre poco a poco si arriverà alla soluzione dell'enigma. - SPOILER: a ben vedere la costruzione della trama prevede un doppio complotto incrociato, poiché se inizialmente pare siano John e Sarah (ovviamente amanti) a cercare di far impazzire Ellen per toglierla di mezzo, sarà poi proprio Ellen ad usare la sua presunta pazzia per confondere il marito e l'amica/nemica, facendogli fare la stessa fine del primo marito e della sua amante. John sconterà l'adulterio di Carl e Ellen finalmente si libererà catarticamente dei suoi demoni (veri e propri incubi ad occhi aperti) facendo in maniera che nessuno potrà mai addebitarle il duplice omicidio.
L'incastro di personaggi e situazioni è davvero sottile e sfrutta ogni zona d'ombra possibile, tanto metaforicamente quanto visivamente (c'è una bellissima scena in cui il volto della Taylor è incorniciato da un gioco di luce e buio). Non sfuggiranno delle citazioni hitchcockiane, La Finestra Sul Cortile e Psycho hanno un'eredità pesante in questo film (di Psycho viene citata persino la musica). Il film è vissuto quasi tutto in interni, l'appartamento dove tutto si consuma è notturno e claustrofobico, fuori imperversa sistematicamente il temporale, tipico tempo all'inglese ed infatti le atmosfere sono estremamente british. Elizabeth Taylor recita divinamente la squinternata visionaria, vittima di continui rovesci emotivi, momenti di fragilità soppressi da scatti d'ira furibondi. Per tutto il tempo veste Valentino, con abiti da camera alquanto glamour, capelli voluminosi e trucco sempre presente. Il buon Harvey dovette assentarsi dal set per qualche settimana - causando un'interruzione delle riprese - per via di un'operazione allo stomaco che lui rivendette come una banale appendicite, in realtà si trattava di ben altro male, tant'è che quello stesso anno morì (l'altro film girato assieme a Liz fu Venere In Visone). Ad Un'Ora Della Notte è un thriller macchinoso, il cui peso specifico grava sulla psicologia dei personaggi, ma c'è anche un certo gusto orrorifico che si evidenzia negli incubi di Ellen relativi alla morte di Carl e nella parte finale del film relativa alla casa dei cadaveri. Piccole esplosioni di violenza espressionista che scuotono la calma apparente - ancorché carica di tensione - che percorre la pellicola. Una visione molto divertente, puro intrattenimento con attori che è un piacere vedere all'opera. Chissà quanto si sarà divertita la Taylor nell'ultimo quarto d'ora di film!