ACAB – All Cops Are Bastards

ACAB – All Cops Are Bastards
ACAB – All Cops Are Bastards

A.C.A.B. è un esempio torvo e disturbante di ottimo cinema italiano (...ah ma allora esiste?!). Sollima, già regista per la tv di roba poliziesca (La Squadra, Romanzo Criminale), esordisce con una bellissima pellicola "diversa dal solito"....diversa dal solito cosa? Dal solito cinema italiano; A.C.A.B. infatti non è un piagnisteo di mariti, mogli, fidanzati e amanti petulanti col tomo di psicanalisi pret a porter sotto il braccio, non è una vaccata con ballerine di flamengo sudamericane strafighe che si innamorano di una nullità con l'accento toscano, non è un viaggio di giovani vecchi a Santorini dopo l'esamino di maturità, non è una ricetta di biscottini al cioccolato da cucinare vicini vicini. A.C.A.B. è una roba dura, vera, cinica, disperata, angosciante. Un film sulla Celere, quella che tutti i giorni va prendere le mazzate al posto nostro (e a darle), quella che vive immersa nella violenza perché la violenza non assalga la società, la gente, le persone civili. Figo fare i film sui commissari, gli ispettori, i detective, gli agenti segreti, eh? E la manovalanza, i poliziotti qualunque, quelli che allo stadio prendono calci, sputi e sanpietrini? Quelli che devono far sgombrare con le buone o con le cattive gli anziani sfrattati? Quelli che scortano le ruspe per abbattere i campi nomadi? Quelli che fanno muro ai cortei degli operai e dei disoccupati incazzati? Quelli che ammanettano extracomunitari e prostitute? Quelli che devono fare i cattivi quando le ragioni sembrano stare sempre dall'altra parte? Non è facile, ti gridano "servo del padrone", burattino, pupazzo, sei il nemico, lo Stato assassino, corrotto e predatore, sei un'uniforme che incarna il Male, sei solo un numero di matricola con il casco e il manganello.

A.C.A.B. (di S. Sollima, 2012) è un esempio torvo e disturbante di ottimo cinema italiano (...ma allora esiste?!). Sollima, già regista per la tv di roba poliziesca (La Squadra, Romanzo Criminale), esordisce con una bellissima pellicola "diversa dal solito"....diversa dal solito cosa? Dal solito cinema italiano; A.C.A.B. infatti non è un piagnisteo di mariti, mogli, fidanzati e amanti petulanti col tomo di psicanalisi pret a porter sotto il braccio, non è una vaccata con ballerine di flamengo sudamericane strafighe che si innamorano di una nullità con l'accento toscano, non è un viaggio di giovani vecchi a Santorini dopo l'esamino di maturità, non è una ricetta di biscottini al cioccolato da cucinare vicini vicini. A.C.A.B. è una roba dura, vera, cinica, disperata, angosciante. Un film sulla Celere, quella che tutti i giorni va prendere le mazzate al posto nostro (e a darle), quella che vive immersa nella violenza perché la violenza non assalga la società, la gente, le persone civili. Figo fare i film sui commissari, gli ispettori, i detective, gli agenti segreti, eh? E la manovalanza, i poliziotti qualunque, quelli che allo stadio prendono calci, sputi e sanpietrini? Quelli che devono far sgombrare con le buone o con le cattive gli anziani sfrattati? Quelli che scortano le ruspe per abbattere i campi nomadi? Quelli che fanno muro ai cortei degli operai e dei disoccupati incazzati? Quelli che ammanettano extracomunitari e prostitute? Quelli che devono fare i cattivi quando le ragioni sembrano stare sempre dall'altra parte? Non è facile, ti gridano "servo del padrone", burattino, pupazzo, sei il nemico, lo Stato assassino, corrotto e predatore, sei un'uniforme che incarna il Male, sei solo un numero di matricola con il casco e il manganello.

Sollima ha il grande merito di non aver fatto un film per dare o togliere le colpe, ha solo ritratto un mondo che esiste, ma col quale noialtri "normali" non abbiamo quasi mai contatti. Un mondo nel quale mangi pane e violenza, per 1300 euro al mese, e difficilmente questo cibo, ingurgitato per anni, non ti rimane addosso appicciato, senza plasmare il tuo carattere, i tuoi pensieri, le tue paure, i tuoi desideri. Non ci sono punti di riferimento, Sollima non dipinge dei santini della moralità (anzi, il più pulito ha la rogna....) ma neppure crea dei mostri sanguinari e assatanati. Nessuno è totalmente colpevole o innocente, ma tutti sono/siamo sconfitti; per colpa di un ruolo, di un contesto, di una serie di obblighi e leggi, scritte e non scritte (quelle dello Stato, quelle della strada, quelle del gruppo....). Qualcuno è più forte, moralmente, e rimane a testa alta, qualcun altro si macchia, e magari neppure se ne rende conto. Si prova simpatia per i vari Cobra, Mazinga, Negro, Spina, anche se non si dovrebbe; come giustamente è stato detto, forse perché i vari Favino, Nigro Giallini, oltre che bravi, sono tutti volti che siamo stati abituati a vedere in contesti diversi, allegri, brillanti, "positivi"; ma non è solo questo, è che quel cuore di tenebra appartiene a tutti. Chi ha il busto del duce in casa, chi ha partecipato al bagno di sangue della Diaz a Genova, chi picchia la moglie, chi odia gli stranieri. Situazioni difficili a casa, che si riversano sul lavoro e viceversa. Leggi bene, utente politicizzato e militarizzato del blog, Cnerago non difende nessuno, non mi scrivere il commentino inorridito perché "quello è fascio" e quell'altro "era alla Diazzzzz"; A.C.A.B. è un film sull'inferno che stritola i viventi, e beato chi riesce a scamparlo. Non a caso l'ultima scena pare uscita da un assedio romeriano di zombi e morti viventi, puro horror, della carne e delle coscienze. Nota di merito anche per la splendida fotografia, la ottima colonna sonora e la sublime prova attoriale di tutti, nessuno escluso. A.C.A.B. è un acronimo che sta per All Cops Are Bastards, espressione emersa negli anni Ottanta, per mezzo di una canzone dei The 4-Skins, band inglese "militante" di skinheads. Il motto si diffuse rapidamente nella cultura skin, estendendosi poi anche agli hooligans, al tifo da stadio e agli "anti" qualche cosa. Sollima ha il grande merito di non aver fatto un film per dare o togliere le colpe, ha solo ritratto un mondo che esiste, ma col quale noialtri "normali" non abbiamo quasi mai contatti. Un mondo nel quale mangi pane e violenza, per 1300 euro al mese, e difficilmente questo cibo, ingurgitato per anni, non ti rimane addosso appicciato, senza plasmare il tuo carattere, i tuoi pensieri, le tue paure, i tuoi desideri. Non ci sono punti di riferimento, Sollima non dipinge dei santini della moralità (anzi, il più pulito ha la rogna....) ma neppure crea dei mostri sanguinari e assatanati. Nessuno è totalmente colpevole o innocente, ma tutti sono/siamo sconfitti; per colpa di un ruolo, di un contesto, di una serie di obblighi e leggi, scritte e non scritte (quelle dello Stato, quelle della strada, quelle del gruppo....). Qualcuno è più forte, moralmente, e rimane a testa alta, qualcun altro si macchia, e magari neppure se ne rende conto. Si prova simpatia per i vari Cobra, Mazinga, Negro, Spina, anche se non si dovrebbe; come giustamente è stato detto, forse perché i vari Favino, Nigro Giallini, oltre che bravi, sono tutti volti che siamo stati abituati a vedere in contesti diversi, allegri, brillanti, "positivi"; ma non è solo questo, è che quel cuore di tenebra appartiene a tutti. Chi ha il busto del duce in casa, chi ha partecipato al bagno di sangue della Diaz a Genova, chi picchia la moglie, chi odia gli stranieri. Situazioni difficili a casa, che si riversano sul lavoro e viceversa. Leggi bene, utente politicizzato e militarizzato del blog, Cinerago non difende nessuno, non mi scrivere il commentino inorridito perché "quello è fascio" e quell'altro "era alla Diazzzzz"; A.C.A.B. è un film sull'inferno che stritola i viventi, e beato chi riesce a scamparlo. Non a caso l'ultima scena pare uscita da un assedio romeriano di zombi e morti viventi, puro horror, della carne e delle coscienze. Nota di merito anche per la splendida fotografia, la ottima colonna sonora e la sublime prova attoriale di tutti, nessuno escluso. A.C.A.B. è un acronimo che sta per All Cops Are Bastards, espressione emersa negli anni Ottanta, per mezzo di una canzone dei The 4-Skins, band inglese "militante" di skinheads. Il motto si diffuse rapidamente nella cultura skin, estendendosi poi anche agli hooligans, al tifo da stadio e agli "anti" qualche cosa.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica