A-009 Missione Hong Kong

A-009 Missione Hong Kong
A-009 Missione Hong Kong

Ernst Hofbauer esplora i generi in carriera, perlomeno inizialmente si dedica al crimi, al western, al thriller, allo spionistico, per poi orientarsi sul cinema erotico, sul quale si attesterà in modo quasi esclusivo (dirigendo, tra gli altri, ben 13 capitoli del celebre Schuldmadchen Report, istituzione della sexploitation con pretese pseudo documentaristiche). Prima di questa svolta sexy si occupa, tra gli altri, di A-009 Missione Hong Kong, co-produzione italo tedesca, uscita in Germania come Das Geheimnis der drei Dschunken (letteralmente "Il Segreto delle Tre Giunche"), remake del francese La Rivière Des Trois Jonques del 1957. Il film come impostazione è marchianamente al traino dei Bond movies (all'epoca 007 aveva già 4 titoli all'attivo, nello stesso anno di A-009 esce nei cinema Thunderball); abbiamo pure qui un doppio zero, americano però e al servizio dell'FBI. Non si sa se abbia la licenza di uccidere o meno, di sicuro ha quella di indagare ad Hong Kong, dove una organizzazione criminale vende sottobanco alla Cina Comunista componentistica per armamenti nucleari. L'affettato e guascone Stewart Granger viene inviato in loco, assieme all'agente sotto copertura Rosanna Schiaffino (destinata a sostituire la segretaria morta di un capoccia dell'organizzazione), per smascherare il traffico e farlo saltare. Fin da subito Granger è oggetto di attentati, qualcuno conosce ogni sua mossa in anticipo e tenta ripetutamente di ucciderlo. Nonostante ciò, lo spionaggio americano prosegue, fino al prevedibile happy ending.

La pellicola di per sé è scioccherella e molto evanescente, caratterizzata da dialoghi a tratti davvero buffi e comici. Granger è quasi insopportabile, esaspera in chiave grottesca la piacioneria di Sean Connery ed è artefice di alcune battute agghiaccianti (come quando inveisce perché l'FBI arruola anche donne come agenti segreti, oppure quando manda l'imbranato scagnozzo ad investigare al suo posto poiché lui deve schiacciare il pisolino pomeridiano). Le sparute scazzottate fanno sentire tutto il peso degli anni e di un attore signorile ed elegante ma del tutto inadatto alle parentesi action. Ci sono le musiche di Riz Ortolani che non sono affatto male, ci sono le location intriganti di una (vera) Hong Kong di metà anni '60 e c'è una Rosanna Schiaffino irresistibile, molto casta (rispetto alle tipiche Bond girl) ma di una bellezza e di un fascino di qualità superiore. Da segnalare anche il bar nel quale gli agenti segreti si incontrano, il Suzi Wong Bar, una evidente citazione de Il Mondo Di Suzie Wong, grande successo del 1960 che coniugava superbamente oriente ed occidente, come (in misura minore) tenta di fare anche questa spy story un po' bislacca e stiracchiata. La sceneggiatura non ha grandi pretese, siamo in pieno genere, con tutti i suoi cliché, le immagini scorrono lisce ed indolori, con qualche goffaggine ed ingenuità, ed un esotismo di fondo che tutto sommato ammalia, oltre alla grazia indiscutibile della Schiaffino, che aiuta moltissimo durante la visione. Nel cast anche l'italiano Franco Fantasia. Pura evasione retrò. Esiste una discreta edizione italiana del film in dvd edita da Golem.

Trailer ufficiale

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