
Bersaglio Mobile spacca esattamente a metà gli anni '80, ne incarna per molti versi lo spirito autentico, arriva due anni dal precedente Octopussy e certifica l'ultima interpretazione di Roger Moore come agente al servizio segreto di sua Maestà. Il tira e molla dell'attore andava già avanti da un paio di pellicole ma a questo giro Moore dà tutto, si sente troppo vecchio per le fatiche che una produzione del genere richiede, troppo vecchio per le partner femminili, troppo vecchio per un certo compiacimento violento e sguaiato che non gli va più a genio. Moore non ha mai fatto gli stunts dei suoi film e già si impressionava se doveva salire un piano di scale di corsa (pensate alle scene sulla Torre Eiffel), non si sentiva più a suo agio con le attrici, le quali o gli parevano troppo giovani oppure, di contro, avevano addirittura delle madri meno anziane di Moore stesso (è il caso di Tanya Roberts). Infine gli pareva che la violenza ed il cattivo gusto avessero preso sempre più piede nella serie, per la volontà di mantenere il franchise al passo con i tempi, ed il suo umorismo british, misto alla sua connaturata eleganza, ne risultavano sempre più compressi. In effetti il villain di turno, Max Zorin, interpretato da un platinato Christopher Walken, va parecchio sopra le righe. Non solo è apertamente definito uno psicopatico ma raggiunge livelli di sadismo e brutalità gratuiti mai visti prima nella serie, come quando nella miniera, oltre aver progettato lo sterminio dell'intera popolazione della Silicon Valley, mitraglia tutti gli operai che avevano lavorato al suo progetto, in un'estasi macellaia degna di un caporale nazista di un campo di concentramento. Questo genere di crudezza dovevano lasciare alquanto l'amaro in bocca a Moore.
Io sono particolarmente affezionato a questo episodio perché è il primo Bond mai visto in vita mia. Lo vidi al cinema e - a undici anni - mi sembrò portentoso. Rivisto qualche decennio dopo presta il fianco ad alcune critiche (come quasi ogni film di Bond), ma nulla che possa scalfire l'estrema simpatia che nutro proprio per questo film numero quattordici. E' anche probabilmente il motivo per il quale il Bond del mio cuore è incarnato da Roger Moore più che da Sean Connery, Moore è il Bond della mia generazione e comunque è stato quello che mi ha battezzato. Il suo stile anni '80 poi affonda ulteriormente il coltello nella piaga, facendo incetta di quel decennio che costituisce il compendio dei miei anni formativi. Ci sono i Duran Duran, ci sono le capigliature vaporosissime di Tanya Roberts, Mary Stavin (l'agente che all'inizio aiuta Bond a fuggire dalla Siberia) e soprattutto Christopher Walken, c'è il make up flamboyant di Grace Jones; la sua stessa presenza urla anni '80, vestiti d'alta moda compresi. E' abbastanza indicativo che la stessa locandina del film ritragga lei con Moore anziché la Roberts, che in teoria sarebbe la prima ballerina. Per quanto la bellezza della Roberts sia fuori discussione (una vera e propria Barbie incarnata), il personaggio di Stacey Sutton che le viene cucito addosso non è tra i migliori visti nel filone Bond. E' una bionda petulante, emotivamente fragile e con reazioni sempre da principessa inetta (occhi spalancati, grandi sospironi e mano al petto) che aspetta di essere salvata dal principe azzurro, praticamente l'esatto opposto del maschiaccio Grace Jones, muscolosa, fisica, risoluta e con una certa dose di cattiveria, che si stempererà solo sul finale quando scoprirà di essere stata tradita da Zorin. In questa sua avventura Bond riesce comunque a collezionare almeno quattro accoppiamenti (Stavin/Jones/Fullerton/Roberts), non male all'altezza dei suoi 58 anni, anche considerando che la minor differenza di età - quella con la Jones - è comunque di 21 anni.
Walken è un bell'attore ma qui il suo Zorin dà troppo sul caricaturale, ridacchia e starnazza istericamente per tutto il film; d'accordo sottolineare la sua follia criminale, ma siamo ad un passo dalla Marvel. Il titolo italiano del film deroga completamente da quello originale, A View To A Kill, che letteralmente starebbe per "uno sguardo sull'assassino", o più metaforicamente "una vista mozzafiato", sempre ispirato al quasi omonimo romanzo di Ian Fleming (From A View To A Kill). A livello di botteghino Bersaglio Mobile riscosse un notevole successo, mentre non venne ben salutato dalla critica, anche per la presenza di Moore ritenuto oramai inadeguato e troppo attempato. Una curiosità, in Octopussy a Miss Moneypenny viene affiancata una giovane stagista, che sembra preludere ad un avvicendamento con la povera Lois Maxwell (che infatti non la prese benissimo); a sorpresa invece in Bersaglio Mobile Miss Moneypenny torna autonoma e senza giovani collaboratrici pronte a farle le scarpe. Tuttavia questa sarà effettivamente la sua ultima volta in un film di 007. Altre curiosità, in un piccolo ruolo (da militare russo) c'è un giovanissimo Dolph Lundgren (all'epoca fidanzato di Grace Jones e per questo notato da John Glen sul set), lo si vede nella scena all'ippodromo, mentre come comparsa nella scena al mercato del pesce c'è pure Maud Adams (arrivata così alla sua terza presenza in James Bond). Prima di Christopher Walken, il ruolo di Zorin era stato offerto a David Bowie e Sting. Anziché Pola Ivanova (Fiona Fullerton), come spia dell'est ci sarebbe dovuta essere nuovamente la Amasova di Barbara Bach, vista in La Spia Che Mi Amava, ma la Bach declinò l'offerta. Molto divertente la sequenza gun barrel tutta giocata sul make up fosforescente delle modelle che scorrono in primo piano.