State Of Play

State Of Play
State Of Play

Perfettamente in scia con i grandi film d'inchiesta giornalistici americani degli anni '70 e non solo (Tutti Gli Uomini Del Presidente, Sindrome Cinese, Quinto Potere, Diritto Di Cronaca, eccetera), questo State Of Play ci mostra il miglior giornalismo yankee in opera, lo stato dell'arte - per citare il titolo - a lavoro, come si sta alle costole del potere, come se ne smascherano le ipocrisie in nome della verità e del buon servizio da rendere ai cittadini. Ideali, moralità, etica, ossessione della trasparenza. Il plot deriva da una miniserie britannica omonima del 2003 trasmessa dalla BBC e egregiamente riadattata per gli States, che con questo tipo di cospirazioni ci vanno a nozze. Cal McAffrey (Russell Crowe) e Stephen Collins (Ben Affleck) sono amici dai tempi della scuola, solo che il primo è diventato un giornalista squinternato del Washington Globe e l'altro un politico del Congresso. Mentre il Globe affonda nei debiti e tenta un rilancio in chiave sempre più scandalistica, Collins rimane invischiato in uno scandalo che da sentimentale si trasforma in politico, finanziario e persino criminale, un'escalation che tiene lo spettatore col fiato sospeso mentre i giornalisti Russell Crowe e Rachel McAdams fanno le veci della Polizia, investigando sul caso ed arrivando a confezionare un articolo che farà la storia della stampa politica a stelle e strisce. Per l'ennesima volta assisteremo alla messa in scena di Davide che abbatte Golia, dopo aver rischiato di tutto, financo la pelle, ma avendo avuto sempre dalla sua la forza dei giusti.

La gestazione del film è stata travagliata poiché la coppia di protagonisti maschili doveva essere tutt'altra, con Brad Pitt al posto di Crowe e Edward Norton nel ruolo di Affleck. Fortunatamente l'apporto femminile di Helen Mirren (austera e spigolosa direttrice del Globe) e Rachel McAdams (giovane e volitiva collega di McAffrey) è di grande spessore, da una parte l'esperienza della navigata Mirren, dall'altra il magnetismo da cerbiatta (rocciosa) della McAdams contribuiscono a tenere molto alto il livello del cast. Crowe a tratti recita quasi se stesso, un imbolsito giornalista, schiavo del junk food, poco attento all'immagine esteriore e con un approccio disilluso e disincantato alla realtà. Tuttavia il suo acume, la sua testardaggine, in ultima analisi la sua professionalità, lo porteranno a meta, grazie al lavoro in team con la McAdams con la quale inizialmente - come da copione - c'è qualche sportellata vicendevole. State Of Play, ancorché molto ben costruito a livello di intreccio, soffre forse di troppa staticità. Me ne sono reso conto quando, cercando online delle immagini del film da inserire in questa pagina, ho avuto a disposizione quasi esclusivamente scene in interno, nella redazione del giornale (e se non ci troviamo lì siamo in appartamento o in camera d'albergo). Del resto, per quanto tutto proceda come un thriller, il film è una vera e propria inchiesta giornalistica, con risvolti anche marcatamente drammatici e psicologici. Curioso il fatto che le riprese siano avvenute in due modi diversi, in formato anamorfico 35 mm quelle nella redazione del Globe, in alta definizione (con una camera Panavision digitale) quelle legate al mondo della politica, a rimarcare uno iato anche emotivo tra i due mondi.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica