Il Potere Dei Soldi

Il Potere Dei Soldi
Il Potere Dei Soldi

Lo sapevate che i soldi hanno un colore? Beh certo, ve lo ha detto pure Martin Scorsese nel 1986. Del loro potere invece vi narra Robert Luketic in Paranoia (tradotto da noi appunto Il Potere Dei Soldi), thriller del 2013 con Harrison Ford e Gary Oldman. La pellicola deriva dall'omonimo romanzo di Joseph Finder del 2004. Siamo nell'odierna America super tecnologica e super finanziaria, dove colossi multimediali si sfidano a colpi di aggeggi hi-tech ultimo grido, ultimo modello, ultima volta che li acquisto perché poi mi pignorano pure la casa per pagare le rate da qui al 2037. Da una parte abbiamo la Wyatt dall'altra la Eikon, i due boss - rispettivamente Oldman e Ford - sono stati amici e soci in gioventù, poi si sono scannati e adesso sono acerrimi nemici perennemente in lotta per farsi le scarpe l'un l'altro. Oldman coglie l'attimo, un ragazzetto yuppie sbruffone e dall'aria hipster sgomita ai livelli bassi della sua azienda, ma commette un passo falso (licenziato, va a far festa in discoteca con gli amici a spese della ditta per 16000 dollari). Minacciandolo con la galera, Oldman lo obbliga ad infiltrarsi nella Eikon per rubare i segreti del prossimo smartphone totale galattico che stanno per immettere sul mercato. Spionaggio industriale, con la promessa di venir poi adeguatamente ricompensato. Adam Cassidy accetta ed inizia il suo doppio gioco. - SPOILER: nel procedere scoprirà che il gioco sporco in realtà è sporchissimo e che a destra o a manca c'è solo da rimetterci le penne. Quindi, dopo molte titubanze, agirà secondo coscienza, assicurando entrambi i business men all'FBI e, già che c'è, garantendosi pure la più figa del cucuzzaro.

Il Potere Dei Soldi parte molto bene, le musiche electro sono galvanizzanti, la fotografia è intrigante e il primo quarto d'ora viaggia sulle corde di un possibile nuovo Margin Call (pellicola fenomenale sul mondo della finanza). Ma è solo un'impressiona. Poi cambia, e non in meglio. La sceneggiatura è convenzionale, di maniera, tant'è che i "colossi" Oldman e Ford sono ridotti a figurine prevedibili e piatte; al di là del credito iniziale di cui godono per le prime scene, il loro status di gran divi non basta a tener su storia e personaggi. Unica nota di colore, un Harrison Ford pelato che non si era mai visto. Peggio mi sento con la coppia "gggiovane" del film, Liam Hemsworth (Adam Cassidy) è nientemeno che il fratello di Thor....no, non Loki, intendo di Chris Hemsworth, infatti è uguale ma meno grosso, senza martello e con qualche anno in meno. La sua ragione sociale nel film è una sola: stracciare passere. E' troppo figo e troppo "giusto" per essere credibile, per farti pensare alla trama e non ai suoi slip. Siamo certi che le spettatrici ne avranno tratto soddisfazione, ma per l'economia del film è solo una faccia da fighetto, perlopiù inespressiva. Poi c'è lei, Amber Heard (Emma Jennings nel film), il corrispettivo di lui al femminile. Traslate quanto ho appena scritto per l'altro sesso e siete a posto. Recitazione leggerissimamente più credibile (ma ammiccante in modo estenuante); è una lotta al minimo sindacale. Per altro il film insiste abbastanza sulla storia d'amore, a stemperare il tasso di azione e thrilling (comunque alquanto timidi di per sé). L'unico merito de Il Potere Dei Soldi è di ritrarre abbastanza fedelmente il mondo affaristico, cinico e spietato delle multinazionali, e di godere di un budget realizzativo tale da non presentare sbavature da un punto di vista squisitamente tecnico. Il resto però è fuffa sommaria, futile e sbrigativa, infarcita di macchinone, residenze da sogno, megaschermi led, giacche e cravatte. E' tutto poco approfondito, buttato lì, tanto per far capire quanto basta, quanto serve, accenni infinitesimali, il grosso delle inquadrature da contratto deve andare al bel faccino di Hemsworth e della Heard. A tratti in effetti il film è quasi un prodotto giovanilistico, riveduto, corretto ed aggiornato al 2014. Se un tempo erano i balli di Footloose ad interessare i ragazzini, oggi sono i cellulari. Ci si condisce attorno una storiella fintamente "adulta" e thriller, ci si butta dentro qualche parolona di alta finanza e il gioco è fatto.

Notare che dopo 5 minuti che stai guardando il film pensi: "classica pellicola alla Kevin Spacey" .... e infatti, manco a dirlo, il ruolo di Oldman indovinate un po' a chi era stato offerto prima? Bravi. Spacey però, intelligentemente, avrà pensato che il 200esimo film in cui lui fa sempre lo stesso identico personaggio avrebbe pure un po' rotto le maracas, ed evidentemente ha declinato. Così arriva la brutta copia (Oldman). Dispiace pure per Richard Dreyfuss, attore coi controfiocchi che qui fa il nulla, e stendo un velo pietoso sulla coppia di teenager amici di Adam Cassidy, due fidanzatini nerd sdruciti che appena il lui occhialuto della coppia viene messo sotto da una macchina ti scateni nella ola sul divano di casa. Né può mancare il lieto fine, naturalmente amoroso, bacetti, sorrisi, e la hit pop super trendy (di cui per fortuna ignoro titolo e artista) che pompa a dismisura sui titoli di coda. Peccato davvero, Luketic aveva diretto quel mio piccolo culto personale che è La Rivincita Delle Bionde, anche se, scorrendo la sua filmografia, non è che i restanti titoli in effetti facessero gridare al miracolo...

Trailer ufficiale

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