Le Foto Proibite Di Una Signora Perbene

Le Foto Proibite Di Una Signora Perbene
Le Foto Proibite Di Una Signora Perbene

Questo coproduzione italospagnola di Luciano Ercoli del 1970 non gode di buonissime recensioni in giro e francamente la cosa mi ha sempre stupito. Non viene ritenuta la miglior prova di Ercoli, il che può anche essere, ma a mio giudizio il regista romano in carriera ha praticamente sbagliato pochissimo se non addirittura niente. Questo è il suo primo film e direi che come biglietto da visita non è niente male. La bella  Minou (Dagmar Lassander) è sposata con Pierre (Pier Paolo Capponi), un uomo d'affari che pare essere in una situazionbe finanziaria non felicissima. La donna viene fatta bersaglio del ricatto di un misterioso persecutore (Simon Andreu), nelle cui mani ci sarebbero le prove di un delitto compiuto da Pierre. Inizialmente Minou si vede costretta a soggiacere alle voglie dello sconosciuto, che fotografa i loro incontri sessuali aggiungendo ricatto a ricatto. In preda ad un esaurimento nervoso, Minou trova finalmente il coraggio di chiedere aiuto: ma nessuno, nemmeno la polizia, sembra crederle.

Il personaggio interpretato dalla Lassander, è quello di una splendida donna, devota al proprio marito (al punto da da cedere ad un ricatto sessuale pur di salvarne l'onorabilità e la fedina penale), fragile, tenera, insicura, succube di psicofarmaci e dei propri nervi ballerini, nonché vittima di un gioco delle parti, una ragnatela che la avviluppa e della quale non riesce a capire la scaturigine. La sua migliore amica e confidente è Dominique (Susan Scott), praticamente il suo opposto e contrario, un carattere forte e libertino, che sa il fatto suo (al primo ciak si presenta in scena, in discoteca, con una scollatura da radiografia che lascia poco all'immaginazione dello spettatore). Il marito di Minou è Pierre (Pier Paolo Capponi), maschio verace alla maniera degli anni '70, affettuoso ma non eccessivamente dedito a smancerie, un po' una versione casereccia di Sean Connery. Ercoli in realtà lo riteneva un attore tutto sommato modesto, certamente inferiore a Simón Andreu, che interpreta il ricattatore (senza nome), dall'allure più allucinato e ficcante, e con il quale sia Ercoli che la Scott avevano legato di più ancora fuori dal set.

Il taglio di Le Foto Proibite è alla Hitchcock (Il Sospetto e Delitto Perfetto sono i due riferimenti più prossimi), con qualche evidente eco lenziana (Orgasmo), soprattutto quando la spirale inizia ad avvitarsi attorno alla Lassander e lei stessa non sa se ritenersi pazza visionaria o vittima incompresa di un complotto atroce. Bella l'ambientazione, i costumi delle signore, fantasiosi, sensuali e molto creativi, le musiche di Morricone (ci piace vincere facile), tutto sommato convincenti i dialoghi, ottime le interpretazioni degli attori, di gran classe la fotografia. C'è molto colore nei fotogrammi, soprattutto se si ha l'occasione di gustarsi il film in una edizione homevideo pregiata (come ad esempio quella di Camera Obscura). La villa di Minou è uno spettacolo nello spettacolo; nella realtà si trattava della residenza di un pittore spagnolo che la cedette per una settimana. Ercoli la sfrutta nel miglior modo possibile, esaltando quegli arredamenti art decò e incorniciando molti momenti significativi del film con quelle scenografie così suggestive. Gli esterni sono realizzati a Barcellona; nonostante si tratti di una coproduzione (e dunque per Legge parte del film dovesse essere realizzato pure in Italia), Ercoli lo gira tutto in Spagna, barando. Tuttavia Barcellona è volutamente ripresa nel modo più anonimo e spersonalizzato possibile, in modo che sembri qualsiasi città (o nessuna).  Le situazioni sono morbose ma mai esplicitamente erotiche, non si vede nulla, si immagina molto, ma il clima d'insieme è indubbiamente "eccitante", anche perché la scelta di due rosse così "afrodisiache" non poteva sortire altro effetto. Impossibile resistere ai loro sguardi, azzurro come il cielo nel caso della Lassander, felino e ambiguo in quello della Scott. Così come non si abbonda né nel sangue, né in scene di violenza, tutto è molto intimo, borghese, appena accennato, soffocato dalle scenografie che rimandano ad una patinata rivista glamour di fine anni '60, fashion e chic, un'eleganza che sa farsi intrigante.

Aspettarsi un ritmo argentiano, seni ballonzolanti o sangue a secchiate significherebbe rimanere delusi. Del resto, a pensarci bene, di tutto ciò non c'è mai stato alcun bisogno neppure nei film di Hitchcock. Con questo, non intendo allineare tout court Ercoli ad Hitchcock, tuttavia ognuno dei 93 minuti di pellicola è audace ed ossessionante al punto giusto, dai vaghissimi sottintesi lesbo tra la Lassander e la Scott alla cinica e stentorea virilità di Capponi, dagli imperscutabili fini del maniaco agli abusi subiti dalla Lassander (sempre incerta nel sentirsi gratificata o assalita), dal comportamento ambiguo ed enigmatico della Scott (amica generosa ed egoista al contempo) allo showdown di nervi della Lassander. Film a mio gusto e parere splendido, che può dirsi inferiore ad altre prove (ammesso che lo sia) solo rapportando Ercoli a se stesso.

Trailer ufficiale

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