Jurassic World

Jurassic World
Jurassic World

Tredici anni di gestazione (tecnicamente "development hell" - l'inferno dello sviluppo), pronto nel 2014 ma fatto uscire nel 2015 per divergenze interne alla Universal, regia affidata a un signor nessuno, Colin Trevorrow, con all'attivo qualche documentario una co-regia televisiva ed una commediola andata discretamente al botteghino (Safety Not Guaranteed). Oltre tutto ciò, il fardello di dover rivitalizzare un franchising che ha segnato la storia del cinema e rappresenta un marchio imprescindibile per gli amanti degli effetti speciali, dei dinosauri e per i cultori del cinema per ragazzi. Né il cast si appoggia a grossi nomi, Chris Pratt è pur sempre un emergente (beh, lo era, adesso è stato sparato definitivamente nella Hollywood che conta), Bryce Dallas Howard è una piacevolissima scoperta (e cribbio quanto è bella!), Vincent D'Onofrio è una vecchia gloria, ma più un caratterista che un protagonista, Omar Sy si è costruito una sua credibilità con Quasi Amici e con la sua partecipazione a blockbuster come X-MenInferno di Ron Howard. E' altresì ovvio che una mega produzione del genere non potesse essere azzardatamente trattata come una scommessa, a produrre c'è pur sempre zio Spielberg. Asserragliato un team di sceneggiatori di tutto rispetto dentro gli uffici dorati della Amblin Entertainment, con Jacuzzi e macchinette Nespresso a pofusione, Jurassic World diventa il quarto film della serie, ufficialmente un sequel, in realtà un reboot (con molto del remake anche).

22 anni dopo Jurassic Park, il parco che rivelò al mondo la possibilità di de-estinguere i dinosauri, e 22 anni dopo la punizione subita per aver sfidato le leggi della Natura, nessuna lezione sembra essere stata imparata. Il parco - o meglio, quello che ne rimaneva - è stato ereditato da un magnate indiano, direttamente dalle mani di John Hammond. Oggi è una fiorente isola dei divertimenti, nella quale praticamente ogni specie vissuta 65 milioni di anni fa ha ritrovato il suo posto sulla Terra, per un giro di dollari miliardario e stupefacente. Nei laboratori gli scienziati lavorano a pieno ritmo, completando dna deficitari e addirittura creando ibridi mediante l'incrocio di corredi genetici differenti. L'ultimo nato al Jurassic World è l'Indominus Rex, contenente parte del genoma del Tirannosaurus Rex e parte top secret. Ancora una volta il Creato è stato sfidato ma stavolta è anche peggio, poiché l'Indominus è una creatura del tutto artificiale, allevata esclusivamente in cattività, senza nessuna cognizione di un contesto ambientale naturale esterno, e con una intelligenza (assassina) particolarmente spiccata. Fondamentalmente, come detto, Jurassic World è una riedizione del primo film pensato più in grande ed attualizzato quel tanto che basta. Il resto lo fanno un nuovo team creativo a e artistico, effetti speciali sempre più XXL e le aspettative enormi di un pubblico affezionatissimo a quel logo tondo, con la scritta e la silhouette scheletrica del T-Rex.

La grande sfida non era competere con i precedenti capitoli ma perlomeno non sfigurare al loro cospetto. Beh, Jurassic World impressiona per potenza e spettacolarità tanto da risultare assolutamente degno di proseguire la serie se non - addirittura - il migliore tra i sequel sin qui prodotti. Ogni dubbio sulla sua riuscita è stato polverizzato. Certo, non c'è da aspettarsi personaggi di Eschilo o situazioni psicologiche eccessivamente sofisticate, siamo alle prese con un blockbuster del divertimento, equamente bilanciato tra avventura, thrilling e ironia. La longa mano di Spielberg si sente dietro l'intera operazione e va dato atto a questa Produzione di aver ampiamente soddisfatto (e superato) ogni più rosea aspettativa. Non solo i trademark distintivi di Jurassic Park vengono ripercorsi, recuperati ed amplificati all'ennesima potenza, ma dentro i 124 minuti di World c'è tutto, ma proprio di tutto. Un tasso di adrenalina mostruoso (in alcuni passaggi, quelli più action, succede qualcosa ogni dieci secondi, letteralmente, non si ha il tempo di tirare il fiato che ogni fotogramma ha in serbo un attacco al cardiopalma per lo spettatore). Si è come sotto assedio, un piacevolissimo assedio ricco di tensione e divertimenti. D'altro canto è pure vero che viene messa talmente tanta carne al fuoco che a tratti il montaggio è frenetico e i mille spunti offerti non vengono percorsi e valorizzati tutti allo stesso modo, ma personalmente ho preferito così anziché dover digerire l'ennesimo polpettone di 180 minuti magari.

Non si va solo per dimensioni, anche a creature meno gigantesche di altre viene concesso il proprio quarto d'ora di protagonismo, mettendo sempre in luce come qualsiasi essere del Jurassic World sia in grado di costituire una pericolosissima minaccia per l'uomo (fenomenale in tal senso l'arrivo degli pterodattili fuggiti dalla voliera). E il cinefilo può godersi citazioni sparse a destra e a manca, dall'effetto Vietnam (la caccia all'Indominus con i Velociraptor nel buio della boscaglia, con armi a puntatore laser e militari intabarrati di gingilli bellici fino alla punta dei capelli) al momento King Kong (quando la Howard in versione sexy e indifesa, giace sotto l'enorme coda del T-Rex, come fosse la sua schiava prediletta, la principessa Leia Organa incatenata e posseduta da Jabba the Hutt). Di sequenze memorabili ce ne sono in quantità idustriale, praticamente tre/quarti di film, elencarle tutte sarebbe impossibile (una per tutte, il fenomenale quadrilatero finale rappresentato dalla battaglia condotta da Mosasauro, T-Rex, Indominus Rex e Velociraptor). Fatto sta che le scene a cui assisterete (possibilmente al cinema) non le dimenticherete per un bel po' quanto a magniloquenza descrittiva e grandiosità primitiva. Rimarranno intatte anche tutte le perplessità sull'interpretazione del comportamento animale (per altro, di animali che non abbiamo mai visto), spinto oltre ogni scientifico e ragionevole limite consentito e accettabile, e sugli errori "paleontologici" riguardanti le varie creature, ma questo non inficerà in alcun modo la magnificenza del film, fidatevi.

Il cast è perfetto nella sua semplicità "tipologica": il marine "rough" ma con i valori giusti, l'amministratrice del parco perfettina ed impeccabile, capace di tirare fuori al momento opportuno delle doti da leader "alpha" non indifferenti (ed una sensualità irresistibile anche quando è sporca, spettinata, spaventata e fisicamente provata), lo scienziato (asiatico) ambizioso e prometeico nel suo competere con la Natura, il magnate un po' sui generis ma simpatico, il militare guerrafondaio, il nero comprimario ma affidabile, il nerd da computer, i ragazzini (il centro del mondo nel cinema di estrazione spielberghiana) avventurosi, coraggiosi e spinti da una curiosità inarrestabile. Pratt e la Howard sono letteralmente perfetti, si compensano vicendevolmente, faranno innamorare legioni di spettatori dei rispettivi sessi, sarà dura non averli in eventuali sequel (mentre Trevorrow ha espresso il desiderio che sia un altro regista a dirigere un sesto capitolo). Apprezzabilissimo il proposito di aver mantenuto sempre vivace lo humor durante il film, senza cadere in un'epica eccessivamente seriosa e pomposa. L'unica cosa che non avrete in Jurassic World rispetto al primo capitolo iniziatore della saga è l'effetto sorpresa, quel senso di meraviglia dato dallo scoprire cosa poteva regalare al mondo perduto "giurassico" la settima arte. Davvero l'unico elemento mancante di questo immenso giocattolo praticamente perfetto. Nel primo fine settimana di uscita l'incasso è stato pari a mezzo miliardo, ovvero il miglior esordio cinematografico di tutti i tempi.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica