Il Marito In Collegio

Il Marito In Collegio
Il Marito In Collegio

Da un libro di Guareschi, per quanto riadattato per il cinema da Vaime e Terzoli, ti aspetteresti garbo, ironia molto soppesata, tanto "buon senso" e un po' di moralismo, invece Il Marito In Collegio di Maurizio Lucidi (1977) sbraca pesantemente, soprattutto nella prima metà del film. La presenza di Mario Carotenuto, di Bombolo (qui ad inizio carriera, tant'è che sui titoli di testa appare come Franco Lechner) e di caratteristi noti, come Gino Pagnani e Gastone Pescucci, doveva già far suonare un campanello d'allarme, ammesso che ci fosse qualcosa di cui allarmarsi. Il punto è che il film parte come una roba un po' volgarotta e scorreggiona e a metà strada piega sulla commedia più morigerata. Il baricentro dell'operazione è Enrico Montesano, abbastanza a suo agio in entrambi i contesti, quello più sciamannato (ricordo che ad inizio carriera Montesano viveva di imitazioni di Jerry Lewis) e quello "per famiglie". La sua compagna di viaggio è Silvia Dionisio, di una bellezza radiosa e stratosferica, da sola vale la visione del film.

La famiglia nobile dei Madellis, caduta in disgrazia dopo l'avvento della Repubblica, vive del sostegno economico dello zio industriale (ramo salumi) Mario Carotenuto. Di tutta la spocchiosa famiglia, questi ha in simpatia solo la bella e intelligente nipote Dionisio, e vuole vederla sposata, per passarle il testimone della ditta. La Dionisio fatica a trovare un ragazzo da amare e, messa alle strette dallo zio, combina un mezzo accrocchio col benzinaio Montesano, da sempre innamorato della contessina. I due fingono di essere fidanzati e di voler convolare a nozze. Lo zio approva ed il matrimonio si fa, di gran carriera. Montesano però è un rozzo popolano in seno alla snobissima famiglia Madellis. E' oggetto di continue umiliazioni e reprimende, finché si decide di mandarlo in collegio in Svizzera per imparare le maniere dell'alta società. Intanto la Dionisio è corteggiata dal Barone Filippo Pancaldi d'Entreves (un formidabile Pino Caruso), ben più gradito alla matriarca Anna Proclemer....

Si rimane in effetti un po' perplessi all'inizio, quando il film parte in quarta con parolacce e situazioni basse (anche se spesso e volentieri si ride, come quando un impagabile Montesano, per commentare qualcosa riguardo alla genealogia di gloriosi crociati della famiglia Madellis, sentenzia: "eh, le guere...so' cazzi amari!"). L'idea del collegio arriva verso metà pellicola ed è da allora che il film prende una piega leggermente più sofisticata e, a tratti, anche romantica. Naturalmente molto si gioca sul contrasto comico dell'adulto (e ignorantone) Montesano in mezzo a ragazzini belli svegli e dispettosi. La storia d'amore tra la Dionisio e Montesano assume toni più carucci e meno acidi, e la Dionisio si trasforma da aguzzina in fidanzatina. Due scene di nudo, una molto parziale (appena una tetta che fuoriesce dalla camicetta, in barca), ed un monologo assai velleitario della Dionisio con una se stessa allo specchio; questa lentamente si denuda scoprendo i seni.

La Proclemer ha quasi la funzione di riequilibrare le scorribande di Carotenuto e Montesano. Bombolo è molto trattenuto, niente schiaffoni, parolacce e tze tze tze; Caruso ha un ruolo secondario ma comunque importante e la sua svolta da nobile altezzoso a siculo manigoldo è molto divertente. Caruso per me è sempre stato un eccellente attore e non ho mai compreso perché il cinema italiano lo abbia sfruttato e premiato così poco. Complessivamente il film è divertente e merita una visione, anche se l'idea è che sarebbe potuto venir fuori qualcosa di ancora più divertente ed efficace (magari in mano a Castellano e Pipolo).

Trailer ufficiale

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