Il Giustiziere Della Notte II

Il Giustiziere Della Notte II
Il Giustiziere Della Notte II

La Cannon acquista i diritti dalla De Laurentiis e mette in cantiere il sequel de Il Giustiziere Della Notte. Alla regia ci sarebbe dovuto essere Menahem Golan ma Bronson si assicurò che tornasse Michael Winner a dirigere e così fu. Ben 8 anni dopo, passati nel decennio degli '80s, il giustiziere torna alla ribalta, spostando l'azione da New York a Los Angeles. Nonostante il team principale - Bronson/Winner - rimanga il medesimo dell'eccellente episodio precedente, il nuovo film sposa una linea concettuale più azzardata; se il primo Giustiziere aveva a suo modo stravolto le coscienze degli spettatori, ponendo loro la domanda se le gesta di Paul Kersey erano comprensibili, tollerabili ed in qualche misura persino accettabili, il nuovo Giustiziere dà il dato per acquisito, è una premessa già agli atti; conseguentemente il resto scaturisce nell'unica direzione possibile, vendetta, occhio per occhio, pareggio dei conti sempre e comunque (giustificato).

La bellezza del primo Death Wish risiede nella eccellente progressione psicologica del protagonista, che non parte affatto come un guerrafondaio destrorso integralista; all'opposto, Kersey è un architetto liberal, spostato su posizioni più di sinistra che di destra, ma i fatti, la realtà, lo incanalano suo malgrado in una direzione dalla quale non può sottrarsi, anche contro la sua indole. Questa cornice di approfondimento psicologico, di evoluzione interiore, di sfumature e chiaroscuri cessa del tutto di essere rappresentata in Death Wish II. In uno schema preordinato, alla famiglia del povero Kersey a Los Angeles succedono esattamente le stesse cose accadute a New York, dei balordi senza arte né parte causano dolore, sofferenza, angoscia e morte. L'esatta situazione duplicata. Kersey ha già vissuto e sperimentato tutto e stavolta ci mette un attimo a decidere il da farsi. Eccolo nottetempo in giro per la metropoli a stanare i colpevoli e a spedirli al creatore, unica soluzione possibile al male subito.

L'espiazione è condita da affermazioni ideologiche di contorno. I cittadini (la "gente") che incrociano la strada di Kersey lo guardano con ammirazione, trasporto, lui è un buon cittadino perché protegge e ripulisce la città, a dispetto della Polizia, inerte, inefficiente e burocratizzata. Alcuni aiutano materialmente Kersey a trovarsi vie di fuga. Lo stesso giustiziere sul finale sbraca e in una conversazione con la sua nuova compagna, la giornalista Geri Nichols (Jill Ireland, la vera moglie di Broson nella vita), di evidenti simpatie democratiche, si dichiara contrario alle teorie sul recupero dei criminali, i quali trovano solo e soltanto degli stratagemmi per sottrarsi al carcere. Tocca pensarci a lui, a costo di sacrificare tutto, persino l'amore. Ogni fotogramma è indirizzato verso la convinzione che il male stia da una parte ed a qualcuno tocchi rimboccarsi le maniche per estirparlo. I criminali sono senza redenzione, delle bestie prive del minimo tratto di umanità, irrecuperabili. Se da un punto di vista tematico e semantico dunque Death Wish II scade più vistosamente nel rozzo, nel grossolano e nel manicheo, non si può dire la stessa cosa per quanto attiene alla forma. E' sempre un bel vedere, bella regia, bella fotografia, Bronson superlativo, caratteristi (come Vincent Gardenia o un giovane Laurence Fishburne) in gran forma, ritmo, azione, tensione e le belle musiche niente meno che di Jimmy Page (all'epoca vicino di casa di Winner).

C'è chi lo considera alla stregua del primo; per quanto detto sin qui, personalmente trovo mancante l'anima dei personaggi, incardinati su binari dai quali non possono deragliare e preordinati fin dal primo fotogramma. Indubbiamente il film presenta momenti di gran crudezza, ovviamente in riferimento alle violenze sessuali (tant'è che la censura è intervenuta sforbiciando). Brian Garfield, autore del romanzo, rimase scontentissimo dell'evoluzione del personaggio, trasformato in una specie di eroe, quando a suo parere si trattava di un uomo "malato". Ovvio che per il sequel non venne minimamente coinvolto a livello di sceneggiatura. L'inizio con la stazione radio che declina le percentuali in aumento di tutti i crimini suonerà molto familiare ai fan del Cobra stalloniano, che deve molto ai film del Giustiziere. Così come a sua volta il tema della giustizia fai da te dei vigilantes da strada non può non evocare Una 44 Magnum Per L'Ispettore Callaghan. A differenza degli altri capitoli, questo numero 2 è tutt'oggi difficilissimo da reperire in edizione italiana in dvd e bluray (mentre ne esistono di buone straniere, con audio e sottotitoli in inglese).

Trailer ufficiale

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