I Giorni Del Pericolo – Fuga Da Seattle

I Giorni Del Pericolo – Fuga Da Seattle
I Giorni Del Pericolo – Fuga Da Seattle

Nel 1997 in America in tv va in onda Moment Of Truth: Into The Arms Of Danger (uno di quei titoli generici che andrebbero bene indifferentemente per 280 thriller diversi), noto poi anche come Running Wild (uno di quei titoli generici che andrebbero bene indifferentemente per 280 thriller diversi). In Italia a quel film è associato il titolo Una Trappola Per Carly (uno di quei titoli generici che andrebbero bene indifferentemente per 280 thriller diversi con la protagonista che si chiama Carly), anche se poi esiste il dvd della StormVideo intitolato I Giorni Del Pericolo - Fuga Da Seattle (uno di quei titoli generici che andrebbero bene indifferentemente per 280 thriller diversi ambientati a Seattle). Data la ridda di nomi differenti, c'è obbiettivamente un po' di confusione attorno a questo film, anche se l'unica certezza è che nelle mani di chiunque sia passato, il titolo assegnatogli è uno di quei titoli generici che andrebbero bene indifferentemente per 280 thriller diversi.

La Carly di cui sopra è Chandra West, liceale 17enne nel film, che scappa di casa a seguito delle attenzioni troppo insistenti del nuovo compagno della madre (Morgan Fairchild). Pur con l'intenzione di andare a Los Angeles per sfondare come ballerina, si ferma in realtà a Seattle, sotto l'influsso di un fotografo belloccio che la raggira ben bene per poi spedirla a fare la spogliarellista in uno strip bar, e col progetto di promuoverla successivamente nel giro della prostituzione. La madre nel frattempo si mette sulle tracce della figlia, fino ad andare a recuperarla di persona a Seattle, dove avverrà la resa dei conti col pericolosissimo fotografo pappone.

La vera star del film è naturalmente Morgan Fairchild, regina della permanente impossibile e delle soap degli anni '80 (Aspettando Il Domani, Dallas, Flamingo Road, Falcon Crest, Nord E Sud, Friends, General Hospital, Fashion House e guest star persino in Beautiful). Morgan nasce all'anagrafe Patsy Ann McClenny ma si sceglie un nome d'arte fighissimo degno di una produzione hollywoodiana a 5 stelle, e per tutto il mondo diventa la bellissima, cotonatissima e siliconatissima Morgan Fairchild. Il ruolo della madre di Carly è super abbottonato e politically correct, anche perché il film in qualche misura si inserisce nel filone della denuncia sociale. Negli States la piaga degli adolescenti spariti è molto sentita, il film snocciola cifre, puntualizzando che solo la metà circa dei "missing" poi fa ritorno a casa dopo qualche giorno; nei restanti casi le bravate si rivelano essere ben altro, tragedie vere e proprie. Tra le casistiche più alte proprio quelle relative alle ragazze che vengono instradate al mercato del sesso, spogliarelli o prostituzione che sia, esattamente il percorso di Carly, soggiogata da un finto amore che poi si rivelerà criminale.

Nonostante il taglio nettamente televisivo e morigerato della storia, soprattutto la seconda parte, quella relativa all'aspetto thriller, è discreta; molto ben resa la condizione di paura e sottomissione che subisce Carly, stretta tra l'incudine ed il martello, ovvero le prepotenze del suo mentore (interpretato da Ricky Paul Goldin) e la paura che anche sua madre ne subisca le conseguenze. Si insiste sull'impotenza della Polizia (un detective consiglia addirittura la Fairchild di provvedere autonomamente al ritrovamento della figlia, poiché la Polizia, come direbbe qualcuno, in questi casi "ha le mani legate"). Un retaggio quasi da poliziesco anni '70. Il film però ha un sapore marcatamente anni '90 e, essendo ambientato in parte a Seattle, ci è andata bene che a qualche angolo di strada non siano sbucati i Nirvana o i Pearl Jam ad ammorbarci con canne e flanella. Il finale è abbastanza consolatorio e facilone ma, del resto, questo è un thriller per modo di dire, l'intento pare più quello didascalico di descrivere ed ammonire sulla questione "giovani adolescenti pencolanti tra le maglie della malavita: come salvarli". Mi ha fatto piacere ritrovare la Fairchild, me la ricordo su Mediaset ai tempi di Falcon Crest, il suo aspetto Barbie è rimasto immutato nel tempo, complice naturalmente qualche conto corrente interamente devoluto a maghi del bisturi, anche se quel nasino alla Michael Jackson oramai rimanda più a forme di vita aliene che ad una verace bionda del Texas.

Trailer ufficiale

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