Giochi D’Amore Alla Francese

Giochi D’Amore Alla Francese
Giochi D’Amore Alla Francese

Michel Lemoine ha recitato come attore in oltre una cinquantina di film tra il '47 ed il '97, è stato diretto tra gli altri da da Jesus Franco (Delirium), Margheriti (I Diafanoidi Vengono Da Marte), Sollima (Agente 3S3, Massacro Al Sole), Tessari (Una Voglia Da Morire), Mario Bava (La Strada Per Forte Alamo), Giorgio Ferroni (Ercole Contro Moloch), Francesco De Feo (La Vendetta Della Maschera Di Ferro). Ha a sua volta prodotto, scritto e diretto film, perlopiù erotici, e Giochi D'Amore Alla Francese è uno di questi, la quinta regia in ordine cronologico. Il titolo italiano (in originale è Les Petites Saintes Y Touchent) rispecchia abbastanza fedelmente l'atmosfera della pellicola, vero e proprio divertissement esclusivamente rivolto al piacere sessuale. L'incipit funge da breve cornice, alla maniera del Decameron boccaccesco, con delle ex collegiali francesi che si ritrovano con la direttrice dell'Istituto dopo aver soggiornato a Londra, tutte oramai donne fatte e sbocciate, pronte a raccontarsi le reciproche esperienze di vita anglosassone, su invito della direttrice. Ognuna di loro inizia così la propria narrazione, breve ed intensa, che regolarmente fornisce lo spunto alla ragazza successiva per raccontare le proprie imprese amorose in quel di Albione. C'è chi da turista è stata introdotta alle tipiche "usanze" britanniche da un giovanotto locale (che poi si rivela in realtà  essere un truffaldino francese pure lui); chi ha sempre dovuto penare per le attenzioni del fidanzato, nuotatore agonista, il quale proprio durante la traversata a nuoto della Manica finisce col perdere la fedeltà della propria compagna e conseguentemente affogare; chi si è finta insegnante di lingua per amoreggiare con il proprio studente; chi pensa di venir introdotta al ménage à trois ma poi si vede preferire il fidanzato; chi deve prestare servizio come governante in una rispettabile famiglia inglese ma sbaglia indirizzo e si ritrova a dover soddisfare le voglie di un cliente di escort, e chi prende in giro dei ragazzi fingendosi straniera e godendo dei favori dei compagni di viaggio. Terminata questa panoramica sollazzevole il film si chiude con un ultimo episodio che vede due ragazze femministe convinte e con la testa piena di discorsi "contro il maschio", finire preda di due avvoltoi molto abili e scafati nel far credere alle proprie vittime di pensarla esattamente come loro, smascherandone l'ipocrisia a colpi di sesso, naturalmente.

Ciò a cui assistiamo in effetti sono schermaglie e giochi d'amore, sempre molto compiaciuti e privi di qualsiasi sovrastruttura concettuale. In qualche misura potrebbero venire in mente certi personaggi e situazioni alla Tinto Brass (noto estimatore del cinema d'Oltralpe), che sovente ci offre uomini sempre "alla ricerca di" e donne sempre "disponibili a", anche e soprattutto quando sembrano voler dare ad intendere il contrario. In tal senso Lemoine non si perita di scardinare il politicamente corretto e far "aggredire" le ragazze anche quando queste dicono apertamente di no, oppure ci mostra una vergine poco più che adolescente (Regine Cardot) deflorata da un rapacissimo uomo maturo (Jerry Brouer). Non ho idea di che età avesse la Cardot all'epoca del film, certamente la sua immagine è (volutamente) molto acerba ed il retro pensiero di un amore troppo "giovane" scorre davanti agli occhi dello spettatore non senza qualche disagio. Erano altri anni e al cinema pareva esserci molta più tolleranza (o noncuranza) davanti a situazioni simili, anche borderline. Per altro quell'episodio è l'unico nel quale la protagonista più che essere divertita (o tutt'al più rassegnata) dagli accadimenti, piange e ne rimane turbata. In altri contesti la sensazione è all'opposto, come quando ad esempio Maria Mancini si fa beffa di tre latin lover francesi che credono di gabbarla ritenendola una inglese che non capisce un'acca della lingua. Lei non solo li comprende perfettamente ma li spolpa (sessualmente parlando), svelandone le millanterie di grandi amatori.

Chiaro che la pellicola vada presa con estrema leggerezza e disincanto, non vi è la minima traccia di indagine sociale o spaccato esistenziale, siamo davanti esclusivamente a pretesti volti a creare situazioni erotiche, per il piacere di chi guarda, anche se - a dirla tutta - nessuna delle attrici è poi una gran bellezza ed il tutto assume anche per questo un sapore di exploitation ruspante ma senza alcuna sfumatura aggiuntiva. L'unico momento genuinamente eccitante credo sia quello nel quale la "maestrina" Catherine Mouton insegna l'inglese (ed anche qualcos'altro) al suo sciagurato studente (Jeremy de Treal). Neanche lei una fotomodella ma quell'aria da prosperosa ragazza della porta accanto mette il giusto pepe alla situazione. Il film ebbe comprensibilmente noie censorie e venne anche rieditato con un titolo diverso. Oggi Le Chat Qui Fume rende disponibile un ottimo bluray comprensivo di vari extra tra cui anche un lungometraggio, una lunghissima intervista a Lemoine e delle scene tagliate (ma va detto che ciò che non si vede nel film è irrisorio, è praticamente già tutto dentro la versione standard di 83 minuti, restaurata in 4K).

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