Carabinieri Si Nasce

Carabinieri Si Nasce
Carabinieri Si Nasce

Il mondo dei b-movies italiano ha avuto la sua fase dedicata alle barzellette, instant movies perlopiù cialtroneschi, raffazzonati, senza sceneggiatura e con comicità di bassa lega; tra le varie sottocategorie (i matti, gli Sturmtruppen), una fu quella dell'Arma con I Carabbinieri, I Carabbimatti, e pure questo Carabinieri Si Nasce, a firma Mariano Laurenti. Il film risponde in tutto e per tutto ai trademark su menzionati, tanto da risultare quasi irritante per la sua pochezza e nullità. Si mettono assieme due storielle esili, una verte sulla fuga di due evasi che capitano in una caserma dei Carabinieri dove sono attesi degli alti ispettori in incognito (e...indovinate l'equivoco?), l'altra riguardante delle astronaute della glasnost, americane e sovietiche, che verranno mandate assieme nello spazio per "simboleggiare la pace" (?), e sulla cui incolumità dovranno sorvegliare proprio i Carabinieri della solita caserma. Girandola di fraintendimenti, situazioni demenziali, comiche, è il trionfo del trash all'ennesima potenza. Il cast è tutto al risparmio, con delle seconde file del cinema bis promosse per l'occasione a protagonisti (Sandro Ghiani, Renzo Ozzano, Vincenzo Crocitti), un acerbissimo Alessandro Benvenuti tutto dedito al culto parodistico di Rambo, e tre sexy starlette del periodo, Cinzia De Ponti (una castissima astronauta russa), Malisa Longo (costretta quasi in ogni scena ad avere a che fare con una fellatio, o comunque a tette di fuori e lingerie), Tinì Cansino (che nel film fa...Tinì Cansino, cantante da night club che per contratto, a fine esibizione, si toglie il reggiseno).

Non si ride neanche a sforzarsi, la pellicola un po' fa tenerezza (è il 1985, siamo fuori tempo massimo per certe cose), un po' fa vergogna, di certo non rientra tra i must del cinema di genere italiano; però è folcloristica, una testimonianza di quello che era il brodo (ed il sottobrodo) dell'ambiente bis, con le sue facce periferiche, i suoi caratteristi, le sue tette un tanto al chilo, le sue improvvisazioni estemporanee alla come viene viene. La canzoncina del film, ripetuta ossessivamente, è terribile, tuttavia dopo un costante e imperterrito bombardamento in loop si finisce col rimanerne ipnotizzati, e quasi la si gradisce. Le performances della Cansino come cantante sono un'altra perla del film, una carriera mancata la sua. Incredibile per certi versi che un film del genere sia stato editato in dvd (Cecchi Gori...chi altri avrebbe osato?); se tanto mi dà tanto aspetto che si prendano finalmente la briga di partorire pure Delizia del povero Massacesi, sempre con la Cansino, grande eroina anche di Arrapaho (col nome di battaglia di Scella Pezzata). Oggi Photina Lappa - all'ufficio anagrafe greco Tinì risulta così - è un'ospite fissa della De Filippi a Uomini E Donne (beh, il trash non l'ha mai lasciato insomma), nonostante la sua regale discendenza da Rita Hayworth (giurava di esserne la nipote...."da parte di fava", avrebbe detto l'esimio Professor Sassaroli), ma tutti amiamo ricordarla con quel tormentone inventato da Gianfranco D'Angelo, in versione Tenerone, al Drive In.

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