Black Scorpion II: Aftershock

Black Scorpion II: Aftershock
Black Scorpion II: Aftershock

A due anni di distanza dal primo Black Scorpion, grande intuizione di Roger Corman, arriva il sequel, stesso team produttivo, ancora Jonathan Winfrey dietro la macchina da presa, ancora Craig J. Nevius a presiedere lo script, e naturalmente ancora Joan Severance nei panni (leggermente variati) della sexy scorpiona. Anche il suo distretto di Polizia ha le stesse facce, salvo che per il suo sparring partner, Michael Russo, non più interpretato da Bruce Abbott ma da Whip Hubley. C'è anche il vecchio Argyle (Garrett Morris), meccanico di fiducia di Black Scorpion, che nel frattempo, nonostante la vistosa differenza di età, ha iniziato una relazione con Tender Lovin' (Terri J. Vaughn), amica della detective Darcy Walker/Black Scorpion, la quale ha abbandonato l'antica "professione" per aprire un negozio di moda (fetish naturalmente). Darcy (Joan Severance) stavolta inizia la sua avventura con la piena consapevolezza di essere il baluardo della giustizia in città, e tuttavia le autorità ed i Media continuano a dipingerla come una criminale anziché come una vigilante al servizio della comunità (un po' come accade all'Uomo Ragno). Un breve riassunto iniziale introduce lo spettatore a quanto accaduto nel primo film, pronto per essere messo in sella alle montagne russe di questo nuovo capitolo delle gesta di Black Scorpion. I primi minuti sono all'insegna dell'autocelebrazione e del citazionismo; abbiamo di nuovo dei rapinatori scapestrati che fuggono in auto a tutta birra, inseguiti dalla Polizia e (stavolta anche) da Black Scorpion. Le auto cappottano, gli incidenti sono esplosivi e abbastanza spettacolari, ma naturalmente alla fine il super insetto in calze a rete avrà la meglio. Subito dopo segue (di nuovo) lo strip di un'avvenente fanciulla, con relativo topless, esattamente come accadeva nel 1995, i tratti (ed i seni) sono quelli asiatici della tailandese Jeannie Miller, velina trotterellante di Gangster Prankster (Stoney Jackson), villain che è platealmente ricalcato al 50% sul Joker e per l'altro 50% su Due Facce, un bel saccheggio da Batman insomma. Il gran padrone di un circo fatto di colori sgargianti, armi giocattolo, estenuanti risatine isteriche e rumori di fondo da cartone animato. Stavolta però i villain raddoppiano, perché abbiamo anche Aftershock (Sherrie Rose), sismologa caduta in disgrazia a causa di un sabotaggio del sindaco (Matt Rose), e trasformatasi in una spietata cattivona con tutina rossa di latex, scollatura ben in vista ed una biondissima permanente da bambola.

Black Scorpion II sembra girato un attimo dopo la fine delle riprese del primo, stesse atmosfere, stesso ritmo, stesso tutto. L'unica differenza consiste in una maggiore inflessione comica. Il film insiste decisamente di più sull'aspetto grottesco e demenziale, anche e soprattutto per via di tutto il baraccone di Gangster Prankster. Per la verità dopo un po' il troppo stroppia, tutte quelle movenze, quelle risate sforzate, quei versi gigioneschi, appesantiscono notevolmente la visione e si parteggia per Black Scorpion perché deflagri il prima possibile la ganga di questo Joker minore. Non che la figura di Aftershock sia delineata con maggior cura; al di là dell'avvenenza fisica dell'attrice, l'evoluzione psicologica del personaggio è totalmente inesistente, un minuto prima è una goffa ed impacciata dottoressa, un istante dopo è una femme fatale con brame di distruzione ed una spavalderia evidentemente derivante dal latex che indossa. Molti dialoghi sono buffoneschi, anche quelli del sindaco con i suoi sgherri o la sua segretaria, Babette, una ancora poco nota (ma sufficientemente scosciata) Laura Harring. Black Scorpion è ritratta in modo complessivamente più dimesso, nel primo confronto con Aftershock ha la peggio, ha delle crisi di identità e deve fronteggiare le paturnie amorose del collega/amante Russo (un grezzone iper mascellato da competizione, decisamente involgarito rispetto a quando lo interpretava Bruce Abbott). In questo episodio si rivela fortemente dipendente dalla sua auto ed il tradimento del suo meccanico tuttofare, Argyle, la mette in serie difficoltà. Il film non ha grandi idee, vive di rendita del primo (che già non era I Fratelli Karamazov), e nel complesso diverte meno. Sarà che viene a mancare il fattore sorpresa, ma questa nuova avventura di Black Scorpion un po' delude. La Severance è sempre un bel vedere (anche se stavolta non ci sono scene d'amore, ma solo un fugace passaggio in lingerie e sigaro alla Tinto Brass), ma sempre meno credibile come vigilante della mitica Città degli Angeli (che non è Los Angeles, ma quasi.... Angel City). Il film ha praticamente zero effetti speciali, il massimo del virtuosismo sono i continui zoom e movimenti di macchina per simulare il clima da fumetto nel quale tutta la storia è immersa. Risolto l'ambaradan, Darcy recupera il rapporto con Russo ed il suo ruolo di protettrice della metropoli, che osserva di notte dai tetti con ritrovata fierezza, autostima e determinazione.

Trailer ufficiale

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