Avatar

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Quando uscì Avatar qualcuno tra le pagine della critica scrisse che in sala si era sentito come un bambino che assisteva per la prima volta a Star Wars o, per le generazioni più recenti, a Il Signore Degli Anelli. Un po' è vero. Perlomeno a livello di innovazione grafica e visiva, quindi effetti speciali, meno forse per quanto riguarda il lascito pop-culturale, poiché Avatar è stato un importantissimo film di fantascienza ma non ha rivoluzionato  la visione del genere come hanno fatto gli altri due titoli citati rispettivamente nel proprio campo. Non si può prescindere da Star Wars nello sci-fi né da Peter Jackson nel fantasy, ma si può prescindere da Cameron se si immaginano nuovi mondi e nuove razze aliene, anche se sarebbe opportuno onorarlo come un riferimento da tenere sempre presente

Tre Oscar portati a casa ma nessuno per il miglior film (andò a The Hurt Locker della ex consorte Bigelow) e credo sia stato giusto così. Avatar è un'esperienza irrinuncabile da un punto di vista visivo (al cinema, oppure oggi possibilmente in bluray, con una tv adeguata ed un sistema audio altrettanto) perché è innanzitutto, ma anche principalmente, una gioia per gli occhi. I colori e le invenzioni visive di Cameron non hanno eguali, ancora oggi a quasi un decennio di distanza. Ogni fotogramma è una sorpresa e si vive per l'attesa di sapere cosa si sarà inventato quel maledetto nostromo del Titanic. La forza di Cameron non è mai stata la sceneggiatura e Avatar lo conferma. Una storia che più diritta ed elementare non si potrebbe, ma se così non fosse stato, se Avatar si fosse trasformato in Solaris, probabilmente avremmo necesariamente perso (o perlomeno dovuto ridimensionare) l'effetto wow che bombarda le nostre pupille per quasi 3 ore. Ecco, a proposito, la durata...un altro aspetto negativo. Oggettivamente, si sarebbe potuto sfrondare il tutto almeno di mezzora, forse anche qualcosa di più. Allo scoccare della seconda ora arriva ineluttabile il calo d'attenzione, e con esso il senso di colpa, perché sai che c'è ancora molto da vedere e per cui meravigliarsi, ma Cameron l'ha tirata troppo per le lunghe. E questo è il meno, dato che sappiamo che da tempo sarebbero pendenti sulle nostre teste millemila sequel incrociati in una girandola di storie intrecciate, prima, dopo e durante il tempo del primo film, in modo tale da creare un (ennesimo) franchise tanto inestricabile quanto implacabile ad attenderci.

Avatar è criticabile per tanti aspetti, non ultimo quello che in genere mi fa più imbestialire, l'evidente recitazione e gestualità tipicamente "yankee" anche degli alieni. Osservare attentamente il primo dialogo tra Jake Sully/Sam Worthington e Neytiri/Zoe Saldana. Lei è terribile, agita quelle bracia e quelle mani come la tipica americana nervosetta dei film. Oppure il guerriero Tsu'tey/Laz Alonso, pure lui uscito da una gang del Queens, con tutte le sue faccette, le bocche storte e i sopraccigli alzati. Certo, è difficile per un terrestre immaginare come si muoverebbero degli alieni, e tuttavia la pedissequa ripetizione di gestualità non solo molto umane, ma addirittura estremamente codificate, stereotipate, persino connotate geograficamente in modo inequivocabile, disturba.

Non eccezionale il personaggio della Weaver (men che mai quello della Rodriguez...citazione o omaggio alla Vasquez/Jenette Goldstein di Aliens?), ma il premio Big Jim lo vince Stephen Lang, a cui devono aver raccontato di essere sul set di Commando invece che di Avatar. Commoventi le critiche ricevute all'epoca dall'Osservatore Romano e dal codazzo episcopale, tutti amareggiati dall'accento troppo panteistico della religione/filosofia del popolo Na'vi, come se Cameron per qualche oscura ragione avesse dovuto fare un film di catachesi sul Nuovo Testamento anziché una avventura fantascientifica. Si può discutere molto sulla semplicità o, di contro, sulla profondità spirituale dei messaggi veicolati dal film, ma quelli sono solo uno dei tanti piani di lettura, che si può scegliere di abbracciare come no, eventualmente anche limitandosi esclusivamente a contemplare come un'opera d'arte la magnificenza visiva generata da Cameron. La pagina di Wikipedia dedicata al film, che vi consiglio caldamente di leggere se avete curiosità sull'argomento, abbonda di tutti i dettagli e gli aneddoti tecnologici sulla incredibile realizzazione della pellicola. Costato 237 milioni di dollari, ne ha incassati quasi 3 miliardi in tutto il mondo, divenendo il film più visto di sempre. Può bastare?

Trailer ufficiale

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