Assicurasi Vergine

Assicurasi Vergine
Assicurasi Vergine

Dopo circa una quarantina di film (con Amedeo Nazzari, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò e Peppino), Giorgio Bianchi chiude la carriera nel 1967 con un musicarello (Quando Dico Che Ti Amo) e questa commediaccia, girata come penultima ma uscita in sala postuma, nell'aprile del '67. E' il terzo film di Romina Power (anche se talvolta viene spacciato come il suo esordio), all'epoca 17enne, prima del buco nero nel quale la risucchierà Albano Carrisi (dal quale tuttavia a cavallo tra '60 e '70 riuscirà a metter fuori la testa con alcune pellicole calde di Jesús Franco, De Martino e Buchs). Assicurasi Vergine promette esattamente ciò che annuncia, la verginella è naturalmente l'illibata e minorenne Romina (alias Lucia Impallomeni), discendente della (fu) gloriosa famiglia Impallomeni che a Vitinni (in provincia di "da qualche parte in Sicilia") ha regnato per molto tempo, ma oggi langue nell'indigenza, ed il cui unico possedimento è un orto di cavoli che crescono con l'odore delle vecchie fogne borboniche tutte intorno. Il fatto che il signorotto del paese, don Pippo Matara (Vittorio Caprioli) la voglia in moglie, offre un'occasione d'oro agli Impallomeni. Padre e cugino (rispettivamente Oreste Palella e Leopoldo Trieste) si ingegnano partorendo il seguente stratagemma: assicurare l'onore della ragazza. Se per un anno Lucia manterrà la propria dote, potrà convolare a nozze con don Pippo, altrimenti l'assicurazione dovrà sborsare 100 milioni di lire (dell'epoca) per riparare al danno subito. Sin dall'inizio Palella traffica perché la figlia ceda alle avances dello spasimante coetaneo Tanino (Dino Mele); nel frattempo Don Pippo trascorre l'anno di attesa intrattenendosi con Carmela (Daniela Rocca), donna di trastullo che per la verità avrebbe qualche pretesa sul patrimonio di don Pippo. Per salvare le apparenze Lucia viene spedita in convento e Tanino a lavorare lontano, nei pozzi di petrolio. Tanto don Pippo quanto gli Impallomeni (coadiuvati da un agente assicurativo) inviano propri emissari a controllare e gestire le varie situazioni in divenire.

Pare la trama di una commedia sexy, ma non lo è (è troppo presto), non ci sono nudi né fornicazioni, si parla solo di verginità. Più che commedia all'italiana questa è una vera e propria "commedia alla siciliana", in tutto e per tutto, un florilegio di stereotipi (detto in senso neutro) interamente ascrivibile all'isola. Mancano un Lando Buzzanca ed una Stefania Sandrelli (citata - assieme a Trieste e Palella - con la locandina di Sedotta E Abbandonata che Lucia vorrebbe andare a vedere al cinema) a dar corpo alla sceneggiatura. Romina Power è deliziosa ma è una madonnina acerba, Palella è pesante e teatrale, Trieste non basta, Caprioli è divertente ma non ha spalle, se non Daniela Rocca, costantemente indecisa (per colpa della sceneggiatura naturalmente) se essere semplicemente la bella "fimmina" o un personaggio a tutto tondo. Finisce che il film si trascina un po' stanco ed insipido, come se dovesse sempre succedere qualcosa di scoppiettante e molto divertente, ma in realtà non scoppietta nulla, né ci si diverte granché. La storiella tenera tra la Power e un crudissimo Dino Mele è persino troppo patetica a tratti, lo spunto comico che dovrebbe derivare principalmente da Palella e Trieste annaspa, non c'è alcun elemento erotico collaterale a tenere un po' su i giri del motore, col risultato che ci si affanna ad arrivare alla fine. Negli anni a seguire verranno molti altri film "siculi", di tema analogo, decisamente più spumeggianti e riusciti, anche se a Bianchi va comunque riconosciuto un certo garbo nel tratto, il non voler mai strafare (ma proprio mai, mannaggia...) e l'aver scommesso sulla giovane Romina Power che lascia intravedere il suo potenziale, anche se qui è imbrigliata come la Madonna che i paesani portano in processione il giorno della festa patronale di San Firmino. Belli alcuni scorci della Sicilia rurale dell'epoca, anche se la qualità del master che passa in tv è piuttosto scadente e certo non si segnala per la nitidezza d'immagine. Assicurasi Vergine è anche il penultimo film di Daniela Rocca, attrice molto sfortunata dalla biografia davvero dolorosa e improbabile, che tutti ricordiamo accanto a Mastroianni nel film di Germi (divenuto suo marito e  - a quanto pare - causa dei disordini psicologici di cui soffrì la Rocca) Divorzio All'Italiana.

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