Aspettando Il Sole

Aspettando Il Sole
Aspettando Il Sole

Aspettando Il Sole è un film italiano abbastanza poco "italiano" come concezione e montaggio, per fortuna. Difficile persino classificarlo, in bilico come è tra noir, grottesco, surreale, paradossale, e umor nero. Il tutto è ambientato in una notte italiana del 1982, "da qualche parte", ed ha come centro nevralgico un albergo, il Bellevue, gestito da Giuseppe Cederna. In ogni camera del Bellevue c'è una storia che viene raccontata, inframezzata dalle altre, in una continua frammentazione che smonta e rimonta il film. Oltre ai residenti dell'hotel, si aggiungono anche due balordi (Santamaria e Venitucci) che capitano al Bellevue in cerca di "coperte" per la notte (prostitute) e che, non trovandole, rimangono comunque a gironzolare per la hall, debosciati ed annoiati, in attesa che il loro terzo compare (Tiberi), chiuso e addormentato in macchina, si svegli.

Nelle stanze accade di tutto, si gira un film porno (Storti, Incontrada, Fortuna, Albelli), si telefona, sull'orlo del suicidio, alla propria ex (Bova), si fanno giochetti sadomaso dai quali poi ci scappa il morto (Gerini, Trabacchi), si accudisce un cane e si impara il tedesco (Ravello), ci si nasconde dopo una rapina (Raiz, Garko). Le storie personali si intrecciano e in qualche misura si disintegrano l'un l'altra; come non bastasse, oltre al tono marcatamente "sopra le righe" delle vicende e delle interpretazioni degli attori, Panini si diverte pure a bombardare lo spettatore con continui insert tra fotogramma e fotogramma, spesso concretizzando ciò che metaforicamente il protagonista sta dicendo, pensando o immaginando. Quasi immagini subliminali, che esemplificano l'astrazione in oggetto. Tutto questo guazzabuglio rende naturalmente assai particolare e coraggioso il film, e potrebbe pure essere intrigante, laddove però le singole storie avessere corpo e spessore. Nella maggior parte dei casi i racconti sono talmente "minimi" e concentrati da lasciar appena afferrare qualcosa dei personaggi, che rimangono figurine, magari simpatiche, ma esigue. Buffi i personaggi di Bebo Storti e Sergio Albelli, ma alla fine ti chiedi...perché? Cosa? Tutta la tragedia di Bova da dove viene, dove porta, dove andrà? E la Gerini, cosa ne sarà del suo personaggio? Eccetera... il finale la butta sul grottesco, e si lava le mani di tutti i protagonisti della vicenda. Le termiti che infestano l'albergo (in guerra con il loro nemico giurato Cederna) divorano la struttura, mentre contemporaneamente la Polizia irrompe al Bellevue; lo spettatore immagina per arrestare i rapinatori Garko e Raiz, mentre, a sorpresa, il braccato è Ravello, che forse si prepararava ad un attentato, forse contro un vice-ministro presente ad una fiera agricola locale.

C'è chi ha definito l'intreccio vagamente altmaniano (io dico pure un po' tarantiniano), il che è abbastanza vero, il resto lo farebbe il taglio sarcastico e pungente della narrazione, abbastanza atipico; altrettanto vero pure questo, però Aspettando Il Sole (tutti gli occupanti dell'albergo, nottetempo, attendono il sole....anche metaforico?) vive unicamente di forma, delle sue atmosfere surreali; le storie sono funzionali alla "grotesquerie" e non viceversa, nonostante il buon cast assemblato. Alla fine non si ha la minima idea di dove si è andati a parare e si rimane solo con quel sapore nero pece in bocca, magari divertente, ma fine a se stesso.

Trailer ufficiale

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